
di Marija Marcenko
Il settore IT non smetterà mai di stupirci. Ci sarà sempre qualcosa di nuovo da scoprire, qualcosa di vecchio da sviluppare. Per coloro che non sono molto interessati alle tecnologie, per coloro che non hanno necessità di sistemi di programmazione efficienti sul lavoro, la frase ‘[i]cloud computing[/i]’ potrebbe far pensare ad una giornata serena con il vento che gioca con le nuvole.
Cosa che in realtà non sarebbe totalmente sbagliata, se considerassimo la vita quotidiana di un ricercatore di successo nel settore del [i]cloud computing[/i]. Lunedì a Roma, martedì mattina a Milano, da mercoledì a venerdì ad Amsterdam, per il weekend ancora Milano, ma solo per prepararsi al volo per Singapore del lunedì mattina. Niente di strano se hanno deciso di chiamarlo [i]cloud computing[/i], sembra un fenomeno tecnologico sospeso tra le nuvole e la realtà.
Per i profani, la parola [i]cloud [/i]o nuvola rimanda al concetto di internet, così [i]cloud computing[/i] fa pensare ad una tipologia di computing basata su internet. Si tratta di un tipo di servizio che si basa sulla condivisione, elaborazione, memorizzazione e archiviazione dei dati grazie all’utilizzo di risorse [i]hardware/software[/i] distribuite in rete, senza utilizzare server locali o dispositivi personali per gestire le applicazioni.
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Il vantaggio principale per il mondo del business è che utilizzando i [i]provider [/i]di cloud, è possibile ridurre i costi operativi evitando di investire in nuove infrastrutture, nella formazione del personale e nelle licenze [i]software[/i].
Il [i]cloud computing [/i]diventa un servizio [i]pay-for-use[/i], proprio come se fosse un volo per Mosca: è possibile scegliere tutto il necessario per stare comodi durante il volo, pagando per il servizio della compagnia aerea e rilassandovi senza pensare ad altri problemi. Eccovi, tra le nuvole, lavorando in maniera efficiente.