Ricostruzione selvaggia e senza fine

13 gennaio 2013 | 17:58
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Ricostruzione selvaggia e senza fine

Potrebbero sorgere ovunque, paradossalmente anche nel bel mezzo di una pineta: «Campi base, dormitori e mense per maestranze; uffici, depositi e magazzini».

Sono gli effetti, solo ora percepibili, dell’ordinanza numero 37 dell’8 febbraio 2011 a firma del sindaco Massimo Cialente che autorizza le imprese impegnate nella ricostruzione a realizzare manufatti a proprio uso e consumo.

Il provvedimento faceva seguito ad una prima ordinanza ancor più generica, la numero 711 dell’agosto 2011. Solo ora gli effetti devastanti di questa nuova “deregulation”, dopo quella delle casette, si stanno constatando sul territorio.

Basta una semplice comunicazione 30 giorni prima al settore Ripianificazione e il gioco è fatto. A differenza delle casette di legno, i capannoni e i container di svariati metri quadrati, costellano non solo le aree cantiere, ma anche l’aperta campagna contribuendo al degrado di un territorio già ferito a morte.

L’ordinanza nulla dice sulla ubicazione delle opere temporanee, ordina semplicemente di comunicare il numero di persone coinvolte nella mensa oppure nei dormitori. Il problema poi è che alcune opere cosiddette temporanee tali non sono. Si tratta di capannoni con base in cemento che con difficoltà potrebbero essere rimossi.

Per questa ragione, in difesa del territorio, è scesa di nuovo in campo l’omonima commissione guidata dal presidente Enrico Perilli che con una risoluzione approvata all’unanimità ha chiesto al sindaco la revoca dell’ordinanza che dovrà essere sostituita da una delibera capace di mettere limiti agli insediamenti sul territorio e soprattutto possa normarli.

Lo stesso super dirigente del settore ricostruzione, Vittorio Fabrizi, avrebbe ammesso la eccessiva genericità del provvedimento, svela il presidente Enrico Perilli. Insomma l’effetto della ordinanza 37 (che peraltro in modo non legittimo deroga il Prg, insiste Perilli) rischia di essere ancor più devastante rispetto alla famigerata delibera 58 sulle casette.

Cosa accadrebbe se una società dovesse decidere si realizzare ad esempio un dormitorio in una zona P4 a rischio esondazione? Della spinosa questione e non solo si tratterà in occasione di una riunione di maggioranza prevista per lunedì dalle 18. In menù anche il pasticcio Tarsu, e un capannone realizzato da una nota impresa di costruzione nei pressi del Motel Agip.

Antonella Calcagni

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