Parte la settima edizione della rassegna Strade

Partirà domenica 20 Gennaio la settima edizione della rassegna Strade, ideata da Giancarlo Gentilucci e organizzata e promossa dall’associazione culturale Arti e Spettacolo.
Il Teatro Nobelperlapace di San Demetrio ne’ Vestini (Aq) ospiterà gli otto spettacoli della rassegna che attraverseranno diversi generi teatrali, dal varietà degli Artisti Aquilani, alla narrazione del crt di Vittorio Veneto, al racconto con musica dal vivo del Teatro del Paradosso, del Teatro a Sud Est e di Enrico Messina, alla commedia dell’arte del Theatrum Comicum di Ginevra, all’ultima regia di Cesar Brie ispirata a Il piccolo Principe di Saint Exupery, per concludere con Arianna lo spettacolo messo in scena dal Teatro Blu con testo e regia di Daniele Finzi Pasca, regista di Le Cirque du Soleil e della cerimonia finale delle Olimpiadi di Torino 2006.
Il 20 gennaio, ore 18.30 andrà in scena “E che varietà – artisti e sapienti tra il serio e il faceto” (Compagnia Artisti Aquilani) di Giulio Votta con artisti vari e ospiti a sorpresa. Modera Filippo Tronca.
Un viaggio tra musica, danza e teatro alla riscoperta di un modo di fare arte che coinvolgerà gli spettatori dal primo all’ultimo minuto. La presenza di diverse discipline artistiche, alternate ad interviste sagaci e piccanti, daranno vita ad un mix di affascinante godimento che porterà in sè il gusto dell’avanspettacolo degli anni sessanta in Italia. A fare da filo conduttore della serata Giulio Votta che, con lazzi frizzi e rime, accompagnerà gli spettatori in una serata di puro divertimento all’italiana.
Il secondo appuntamento (27 Gennaio ore 18.30) vedrà ospite la Compagnia Teatro del Paradosso con “Mio nonno l’olivo” di Fausto Roncone con Fausto Roncone e Matteo Di Claudio. Regia Giacomo Vallozza.
Un mondo che scompare nel Mio nonno l’olivo di un uomo che, giunto al tramonto della propria esistenza, vede nel nuovo che avanza l’inesorabile fine anche del rapporto dialettico tra l’uomo e la natura, l’uomo e il divino.
Dove andrà a finire la sapienza del contadino, dello stagionale, dell’artigiano dopo il trapasso di questi mestieri? E’ la domanda che aleggia nel racconto di Fausto Roncone che, come un vecchio cantastorie, ci invita ad entrare in questo dialogo con l’olivo con il supporto dell’organettista Matteo Di Claudio che con il suo diciotto bassi evoca mondi poetici nei quali il narratore si addentra.
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