Ricostruzione: pochi soldi tante priorità

16 gennaio 2013 | 22:08
Share0
Ricostruzione: pochi soldi tante priorità

di Antonella Calcagni

Tante priorità e pochi soldi. È questo al momento il nodo politico-economico della ricostruzione. Un rompicapo affrontato anche dalla commissione Territorio convocata dal presidente Enrico Perilli per fare il punto sulla nuova rivoluzione normativa.

Qual è la priorità delle priorità? L’asse centrale, come decise due anni fa il Consiglio comunale, o quelle 1500 abitazioni E della periferia che una volta riparate consentirebbero il rientro di tante famiglie? La scelta, hanno detto all’unisono i consiglieri, deve farla il Consiglio comunale.

Occorre programmare per dare risposte certe alla gente, anche se dovranno essere dette cose spiacevoli. Da Imprudente a Ferella e Bernardi, si sono detti convinti che la mole di E ancora in circolazione eroderà quasi tutto il gruzzolo per l’anno in corso che è di 800 milioni. L’assessore Di Stefano invece ha aggiustato il tiro stimando in circa 250 milioni la somma necessaria.

E poi, ha aggiunto Properzi: «Siete proprio sicuri che si potrebbe partire ora in centro. E i sottoservizi?». Si scontrano due filosofie, insomma: la ripresa della vita sociale (centro storico) e la legittima aspettativa di rientrare in casa dopo 4 anni.

All’insegna della provocazione l’intervento di Angelo Mancini che ha invitato la cittadinanza ad una manifestazione alle 11 di oggi per protestare la mancata riattivazione dell’asse centrale. (l’atto fu approvato due anni fa dal consiglio che stimò la riqualificazione in un anno). I dettagli tecnici sul nuovo metodo parametrico anticipato dal Comune con una delibera di giunta sono stati forniti dall’assessore alla ricostruzione Di Stefano.

Per sgombrare il campo da equivoci, ha detto chiaramente che i cantieri non potranno cominciare prima dell’approvazione del progetto attraverso la commissione pareri, la scheda velocizzerà tuttavia l’Iter costringendo i professionisti ad assumersi responsabilità.

A proposito della categoria l’assessore ha sottolineato che il nuovo metodo è stato concordato con gli ordini. Una volta avuto il contributo unico (che sostituirà il diretto e l’agevolato) il cittadino avrà un contro infruttifero dove saranno accantonate le somme (40%) saranno accreditate in occasione del primo Sal e automaticamente rimpinguato.

Per avere i soldi, la ditta dovrà avere dal comune la vidimazione del Sal. Se gestito male, questo passaggio potrebbe provocare un nuova strozzatura. Infine,un inquietante dubbio. Cosa accadrebbe se l’ufficio speciale non dovesse operare in perfetta sintonia con il comune dell’Aquila?

Intanto la Giunta comunale ha approvato l’accordo, firmato dai titolari degli Uffici speciali per Paolo Aielli e Paolo Esposito, dal sindaco Massimo Cialente e da quelli delle aree omogenee, per la costituzione di un Ufficio Centralizzato Espropri, «con competenza gestionale e istruttoria delle procedure amministrative connesse alle occupazioni d’urgenza e alle espropriazioni costituendo un centro di costo unitario per tutte le attività».

SEGUIRE L’ORDINE CRONOLOGICO DI PRESENTAZIONE E APPROVAZIONE DEI PROGETTI – L’Associazione Centri Storici Aquilani fa seguito agli articoli comparsi sulla stampa locale relativi all’atto di indirizzo sul cosiddetto “asse centrale”, «da ritenersi prioritario», approvato dalla Giunta Comunale di L’Aquila.

«È necessario evidenziare – si legge in una nota – il fatto che attribuire carattere prioritario ai progetti del cd “asse centrale” costituisce un grave pregiudizio per tutti gli immobili siti al di fuori del suddetto asse; in particolare si rileva che i progetti approvati dagli Enti competenti e immediatamente cantierabili devono “partire” subito, indipendentemente dalla localizzazione all’interno o al di fuori dell’asse centrale, pena gravissimi danni ai fabbricati causati dal ritardo nei lavori e nel rispetto dell’impegno profuso da chi si è tempestivamente prodigato ai fini della progettazione dell’intervento di recupero».

«Una conclamata prevaricazione dell’ordine cronologico di approvazione dei progetti potrebbe costituire il presupposto per l’apertura di onerosi contenziosi con il Comune; in sostanza, qualora si desse concreta attuazione ad un qualsiasi provvedimento amministrativo che consentisse ad una zona delimitata di avere un “privilegio” nell’approvazione dei progetti e/o nella cantierizzazione dei lavori, il Comune si esporrebbe ad infiniti contenziosi da parte dei proprietari per i danni ai fabbricati conseguenti al ritardo nei lavori relativi agli immobili “messi in coda”, nonché a procedimenti dinanzi alla Corte dei Conti per il danno erariale».

«L’asse centrale non può costituire una sorta di “diritto di prelazione” per l’approvazione dei progetti e la cantierizzazione dei lavori, che devono essere valutati al solo fine della logistica dei cantieri, in modo da assicurare un proficuo ed ordinato svolgimento dei lavori di ricostruzione del centro storico di L’Aquila».

[url”Torna alla Home”]http://ilcapoluogo.globalist.it/[/url]