Responsabilità professionale medica alla luce della legge Balduzzi

Auspicabile riduzione di contenziosi giudiziari, tra medici e pazienti, e necessità di riportare l’utente ancor più al centro dell’operatore sanitario.
Sono queste le due importanti indicazioni emerse dal convegno-dibattito, svoltosi all’Aquila l’11 gennaio scorso in una gremitissima sala riunioni dell’Ance, viale De Gasperi, dal titolo: ‘La responsabilità professionale medica alla luce della ‘Legge Balduzzi’’. Le nuove norme, infatti, presentano notevoli complessità interpretative e applicative: di qui l’esigenza di un confronto.
I lavori, a cui hanno partecipato oltre 200 persone, tra medici, giuristi e avvocati, sono stati organizzati, su proposta della dottoressa Patrizia Masciovecchio, direttore della UOC di Medicina Legale della Asl n. 1, sede L’Aquila, dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati presso la Corte di Appello dell’Aquila, in collaborazione con l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri dell’Aquila.
Il convegno – 3 ore di serrato e costruttivo dibattito, servite a stabilire un primo confronto tra gli addetti ai lavori, è stato animato e valorizzato dal contributo di un gruppo di qualificati relatori tra cui, oltre alla stessa dottoressa Masciovecchio (che ha introdotto i lavori), l’avvocato Carlo Peretti, presidente dell’Ordine degli Avvocati di L’Aquila, il dottore Maurizio Ortu, presidente dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi di L’Aquila, il dottore Luigi Di Fabio per gli Odontoiatri, il professore Paolo Arbarello, ordinario di Medicina Legale Università “La Sapienza” di Roma e Presidente della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni, la dottoressa Roberta D’Avolio, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila e il professore Mauro Catenacci, ordinario di Diritto Penale presso l’Università Roma Tre.
«Ciò che è emerso – dichiara la dottoressa Masciovecchio – è l’auspicio di una riduzione del contenzioso giudiziario tra medici e pazienti. Si tratta, naturalmente, di prime indicazioni che – in particolare quella di una diminuzione dei ricorsi al giudice da parte degli utenti – che vanno verificate con la concreta applicazione delle norme Balduzzi».
«Se infatti il medico si atterrà alle cosiddette ‘buone pratiche’ e le linee guida, tracciate dalla comunità scientifica, mettendo il malato con maggior forza dell’attuale al centro della propria attenzione, l’utente ne beneficerà in termini di ulteriori garanzie nell’assistenza».
«Un obiettivo che tutti si augurano – conclude la Masciovecchio – a cominciare dalla stessa categoria medica, e in questo senso la conclusione scaturita dai lavori – da verificare alla luce delle nuove disposizioni – offre prospettive confortanti e la possibilità di migliorare ulteriormente il rapporto coi pazienti».