
L’incontro, dal titolo “Tra piano Ocse e piano strategico comunale, quali le indicazioni operative”, si è aperto con la proiezione del documentario ”La durevole attesa”, opera del video maker aquilano Luca Cococcetta, che ha offerto l’[i]input [/i]per intavolare la discussione sui vari temi correlati alla pianificazione del territorio.
Ha aperto le relazioni il professore Pierluigi Properzi il quale, dopo aver inquadrato i riferimenti normativi a livello nazionale, ha posto l’accento sull’assoluta necessità di imprimere forza programmatica alla pianificazione, attraverso la partecipazione dei cittadini, sinora del tutto esclusi, nonché del mondo produttivo. Coinvolgimento reale e non di facciata, come è stato inteso, spesso improduttivamente e con marca propagandistica, dall’Amministrazione comunale. Ha, inoltre, denunciato i limiti di efficacia economica, in quanto le scelte sino ad ora effettuate sono state assunte solo a livello territoriale comunale, senza il coinvolgimento degli altri soggetti istituzionali (Regione e Provincia), cui spetta per legge la pianificazione strategica.
I limiti normativi, se non inquadrati all’interno di riferimenti certi, che includano operativi accordi di programma intercomunali, costituiscono un ulteriore vulnus inferto ad una pianificazione razionale e illuminata. Pertanto, oggi come oggi, si è in presenza del deliberato “intento favolistico” dell’Amministrazione civica di voler sostituire lo strumento classico del Piano Regolatore Generale con uno pseudo Piano Strategico che tale non é.
L’architetto Antonio Perrotti, in accordo con quanto illustrato del professore Properzi, ha sottolineato i limiti dell’esperienza aquilana, sia in riferimento al Piano Ocse, che a quello strategico comunale. Nella disamina di entrambi, ha evidenziato come nel primo si rilevi un approccio di tipo esterno/coloniale, su un territorio incapace di recepire le linee programmatiche in esso contenute. Nello sviscerare i labili contenuti del Piano Strategico Comunale, ha evidenziato: l’inadeguatezza della scala territoriale comunale, rispetto ai temi strategici posti nel Cratere, considerato nella sua unitarietà; l’incertezza delle procedure tecnico-amministrative; la mancanza dei supporti economico-finanziari; l’elusione del fondamentale rapporto con la Regione Abruzzo; la mancanza assoluta di schede di progetto. In riferimento a questo ultimo punto, ha enunciato i temi programmatici che andrebbero tradotti immediatamente in schede progetto cantierabili. Ha parlato, quindi, del Progetto Speciale Scindarella/Porta del Parco con il recupero del centro storico di Assergi: L’“asse poliviario” S. Demetrio-Scoppito, inteso come percorso ferroviario metropolitano, che va a innervare le aree industriali e che raccorda la dispersa realtà insediativa, percorso ciclabile, pedonale ed equestre, ma anche quale raccordo tra le aree archeologiche a forte valenza culturale, quali Amiternum, Fossa e Peltuinum in un quadro complessivo di tutela e valorizzazione dell’Aterno e di altri progetti ancora.
L’economista Antonio Porto, facendo proprie le obiezioni degli interventi che lo hanno preceduto, ha denunciato la latitanza delle Istituzioni, delineando, per il settore turistico, la necessità di operare come sistema e in rete, per superare i limiti dei piccoli imprenditori e per promuovere turisticamente il territorio visto non solo come risorsa economica, bensì come insieme di valori.
Sono seguiti una serie di contributi dei cittadini presenti al consesso, puntualmente accolti dall’Assemblea cittadina, per l’elaborazione finale delle proposte che saranno formulate nell’incontro conclusivo. Tra di essi il contributo scritto dell’allevatore Nunzio Marcelli, il quale non ha potuto presenziare a causa delle avverse condizioni meteorologiche, che ha posto l’accento sulla necessità di reimpostare un nuovo ed alternativo modello di sviluppo del settore agro-silvo-pastorale.
L’Assemblea si è aggiornata a mercoledì 23 gennaio alle ore 17, sempre presso il Palazzetto dei Nobili, per discutere dei temi urbanistici più impellenti che dovrebbero condurre, nei prossimi sei mesi, all’approvazione della Variante di salvaguardia e assestamento al Piano Regolatore, quale presupposto per la riqualificazione territoriale e urbana, protesa alla ricostruzione del centro storico, al rilancio delle attività produttive, commerciali e dei servizi, all’aumento dell’occupazione, alla configurazione finale di una città proiettata effettivamente, e non solo a parole, verso l’auspicato traguardo europeo della [i]smart city[/i], o città intelligente che dir si voglia.
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