
E’ giunta in redazione la denuncia di un lettore, Ermanno Chiavaroli, che manifesta la preoccupazione per una serie di aggressioni avvenute in centro da parte di un gruppo di ragazzi incappucciati.
Il signor Chiavaroli, nella nota, denuncia il timore che le forze dell’ordine abbiano sottovalutato questo sconcertante fenomeno.
«Nel corso della notte tra Sabato 12 e Domenica 13 Gennaio, il figlio di una coppia di miei amici è stato aggredito e selvaggiamente picchiato da alcuni ragazzi incappucciati.
Ha riportato la frattura del setto nasale ed altre lesioni. Se l’è cavata senza troppi danni, per fortuna, grazie all’intervento di alcuni suoi amici che hanno messo in fuga gli aggressori, ma ha anche subito un trauma psichico per il quale sta adesso seguendo un percorso di riabilitazione.
L’aggressione è avvenuta a L’Aquila, in pieno centro: poco distante, un’auto con il motore acceso attendeva gli aggressori in fuga.
Quello che è emerso, che mi ha lasciato basito e mi ha spinto a scrivere questa lettera (e che ritengo assolutamente inaccettabile per una società civile!) è che l’aggressione non fosse la prima, ma costituisce uno dei tanti episodi di violenza gratuita che settimanalmente avvengono nel cuore della nostra città: questa banda di picchiatori, a quanto pare, agisce regolarmente, con, evidentemente, l’unico scopo di generare scompiglio e far decadere la fama di “città scura” di cui prima del terremoto L’Aquila poteva vantare.
Soprattutto, quello che mi indigna è che le istituzioni cittadine (vigili urbani e forze dell’ordine) hanno minimizzato, archiviando l’episodio come “una scazzottata tra ragazzi”, e decidendo, nel contempo, di non investire nemmeno un minuto del loro prezioso tempo per aprire un’indagine e adottare azioni per ripristinare il clima di sicurezza che ormai questa città sta irrimediabilmente perdendo: non lo accetto, non è civile, non è degno di organizzazioni che i cittadini hanno istituito (e che pagano con le imposte comunali!) perchè la città, nonostante il terremoto, sia comunque “vivibile”.
Sono genitore di una coppia di ragazzi, i quali, fino a ieri, frequentavano come molti altri i soliti luoghi del “Sabato sera” senza che la cosa destasse in me grosse preoccupazioni: non sapevo cosa fosse diventato il centro cittadino, e non sapevo che i “tutori dell’ordine”, di fronte ad episodi del genere, alzassero senza pudore le spalle etichettando l’episodio come “una ragazzata”.
Addirittura, di fronte alle ripetute richieste di intervento da parte dei genitori del ragazzo aggredito, le stesse istituzioni si sono rifiutate di mettere in atto alcuna azione e, anzi, hanno loro rivolto la raccomandazione di non far uscire il proprio figlio la sera del Sabato: mi suona tanto simile, questa raccomandazione, al manifesto (che pure ha fatto scalpore non più di qualche settimana fa) affisso sulla bacheca della propria parrocchia da quel sacerdote che attribuiva la responsabilità delle frequenti aggressioni alle donne, agli atteggiamenti provocanti messi in atto dalle donne stesse!
Non è accettabile; soprattutto, non è civile!
Come genitore e come cittadino io chiedo con fermezza che il comune, il Prefetto e le autorità cittadine prendano in seria preoccupazione questi episodi, e si impegnino a restituire a questa città lo splendore e la vivibilità che essa aveva prima del terremoto, con la coscienza che tali pregi si riacquistano, prima ancora che con la ricostruzione (o con l’inaugurazione di inutili quanto costosi “edifici temporanei”), con la ricostruzione dello Stato Sociale sano e pulito che la città ha da sempre vantato.
Ermanno Chiavaroli»