Intercettazioni, utilità e voyeurismo

21 gennaio 2013 | 13:18
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Intercettazioni, utilità e voyeurismo

di Roberta Galeotti

Questa mattina La Repubblica lancia una nuova ‘intercettazione shock‘ tra Bertolaso e Letta datata 8 aprile 2009.

Si strilla di nuovo alla vergogna [url”nel pezzo di Giuseppe Caporale”]http://video.repubblica.it/dossier/terremoto-in-abruzzo/terremoto-l-aquila-le-verita-nascoste-bertolaso-ricostruzione-tra-28-anni/116798/115244[/url], mentre, se si ascoltasse la conversazione senza preconcetti e pregiudizi, si capirebbe che quelle riportate nell’intercettazione sono le parole di due persone che stanno organizzando la visita del presidente del Consiglio a L’Aquila dopo il tremendo terremoto del 6 aprile.

Bertolaso suggerisce il percorso più opportuno per la prima visita di Berlusconi a L’Aquila e, in una conversazione naturale e discorsiva, presenta a Gianni Letta la drammaticità della situazione del centro storico aquilano suggerendo al braccio destro del Cavaliere di non far sottostimare e sottovalutare la situazione a Berlusconi.

Da ciò le sue parole “altro che 28 mesi” per ricostruire il centro storico “ci vorranno 28 anni!”. Questa iperbole viene estrapolata e strumentalizzata dalla testata nazionale di centro sinistra.

Nelle conversazioni quotidiane questo tipo di figure retoriche viene utilizzato costantemente, espressioni idiomatiche come ‘ci metterò una vita’ o ‘facciamo due passi’ acquisiscono un significato simbolico ben diverso dal loro valore linguistico oggettivo.

Il centro storico viene definito da Bertolaso come “non ricostruibile” per la gravità della situazione. La destra al governo non ha mai nascosto questo pensiero in netto contrasto con l’amministrazione comunale di centro sinistra, che vorrebbe tutto allo stesso posto e come era ante sisma.

Due ideologie e posizioni che si contrappongono, in uno stato di democrazia.

Il prefetto Giovanna Iurato è stata massacrata per una conversazione resa nota nell’ambito di una inchiesta della procura di Napoli.
Abbiamo già esposto la nostra posizione in merito alle sue parole e al suo comportamento. Ma vogliamo sottolineare come, queste intercettazioni, assolutamente slegate dal merito delle indagini, vengano utilizzate ad arte per demolire l’immagine di una persona.

Le parole, sgradevoli ed inopportune, della Iurato sono state rese note il giorno prima della sua interdizione dai pubblici uffici.

La riflessione di questo commento vuole essere proprio questa: ai fini delle indagini rendere noti il Bunga Bunga, i dettagli privati della vita di una persona, la sgradevolezza di una conversazione privata, i gusti sessuali di un politico, a cosa servono?

Temo che la strategia sia rendere più meritevoli di condanna gli imputati.

La scientifica demolizione dell’imputato, sottoposto alla pubblica gogna mediatica delle intercettazioni.

Puro voyeurismo.