Sisma, auto Cicchetti presa a calci: 14 a giudizio

23 gennaio 2013 | 07:49
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Sisma, auto Cicchetti presa a calci: 14 a giudizio

Il 9 novembre del 2010, 14 persone protestarono in occasione di una delle visite dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. Queste persone sono sotto processo, a causa di alcuni video che li mostrerebbero mentre danneggiano la macchina del vice Commissario Antonio Cicchetti.

Rifondazione Comunista «solidarietà ai cittadini che manifestarono il 9 novembre 2010, tra cui anche un nostro militante, accusati di violenza privata per aver bloccato l’autovettura del vice-commissario alla ricostruzione Cicchetti, un’accusa che appare sproporzionata per una dimostrazione di dissenso che non ha implicato violenza fisica».

Gli imputati sono: Anna Lucia Bonanni, Mattia Lolli, Mattia Fonzi, Berardino D’Angelo, Luigia De Biasi, Giuseppina Pitari, Paolo Della Ventura, Claudia Colacchi, Gianluca Taralli, Anna Maria Barile, Giuseppina Lauria, Antonio Congeduti, Alessandro Gioia, Antonio Gasbarrini.

«Ricordiamo – dice il segretario provinciale Francesco Morola – che in quei giorni la struttura commissariale di fatto aveva sequestrato la decisionalità democratica spettante agli enti locali e si era isolata dal confronto con la popolazione situandosi nella caserma militare della guardia di finanza presso la quale erano proibite manifestazioni di qualsiasi sorta. Queste strutture commissariali si sono rivelate un ostacolo al processo di ricostruzione materiale e sociale della città, che oggi è iniziato solo con il superamento delle stesse. Il dissenso espresso allora da questi cittadini appare dunque ampiamente giustificato».

Il processo, che si articolerà in molte udienze, inizierà il 14 luglio.

Anche Sinistra critica esprime un giudizio: «Ancora una volta cittadine e cittadini dell’Aquila finiscono sotto processo per aver preso parte a manifestazioni di protesta contro il malaffare che ha dominato e sta dominando la ricostruzione post-terremoto», si legge in una nota.

«Ancora una volta il panorama cittadino appare segnato dalla profonda dicotomia tra le cricche che hanno riso e lucrato sul dolore di tante famiglie dell’Aquila e le lotte dei tanti cittadini che hanno cercato di opporsi ad uno stato di cose veramente indegno di un paese civile».

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LE REAZIONI

PD – «Il Partito Democratico aquilano esprime solidarietà ai 14 rinviati a giudizio per la manifestazione del 9 novembre, per l’altro tra questi ci sono anche due militanti iscritti al nostro Partito. Quella del 9 novembre è stata una manifestazione pacifica per la difesa dei diritti della nostra Città,il significato era chiaro in quanto si voleva esprimere il dissenso non solo verso la gestione Berlusconi-Bertolaso, ma anche e soprattutto verso quel modello di ricostruzione commissariale di cui all’epoca era un esponente Cicchetti. Lo stesso Ministro Barca, ospite pochi giorni fa della trasmissione Presa Diretta su RAI TRE, ha dichiarato che la struttura Commissariale e il ritardo nel passaggio di competenza agli Enti Locali sono state fra le principali cause del ritardo nell’avvio della ricostruzione. Ci sembra evidente che ci sia un disegno di negazione del dissenso da parte di alcuni apparati dello Stato considerando anche gli altri concittadini rinviati a giudizio per la manifestazione del 7 luglio 2010 a Roma e per l’ingresso della zona rossa dell’Aquila. Noi del PD stiamo a fianco di tutti i cittadini aquilani rinviati a giudizio per le manifestazioni in difesa del territorio e auspichiamo che queste vicende si risolvano nel miglior modo possibile e in tempi brevi». A sostenerlo, Stefano Albano – Segretario PD L’Aquila.