
La prima sigaretta, che prima era fissata attorno ai 14 anni, ora arriva prima, a 11. Recenti dati Oms (Organizzazione mondiale sanità), rilanciano con urgenza la necessità di riavviare con forza l’azione di prevenzione sui giovani e, in generale, di mobilitarsi contro il tabagismo e le sue conseguenze.
La Asl numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila rimette in moto la macchina della prevenzione e della cura, con la riattivazione dei centri anti fumo. Dopo Avezzano, dove il servizio ha riaperto nel novembre scorso, le sedi anti tabagismo saranno ripristinate, a stretto giro, all’Aquila e a Sulmona, per assicurare una copertura in tutte le aree della Asl numero 1.
Il centro antifumo Asl, di cui è responsabile la Daniela Franchi – coadiuvata dalla psicologa Carmelina Panella e dal medico Maria Cristina Carmignani – è situato in via Monte Velino, al distretto sanitario di base. Per usufruire della prestazione sarà necessario prenotarsi allo 0863/499879 oppure 499803 e presentare, alla prima visita, l’impegnativa del medico di famiglia, che dovrà essere preliminarmente vidimata allo sportello Cup (centro prenotazione) pagando il normale ticket (poco più di 30 euro).
I fumatori incalliti, intenzionati ad abbandonare la sigaretta, avranno un primo colloquio con gli specialisti Asl che valuteranno lo stato di salute dell’utente e calibreranno la terapia sulla base dello specifico caso.
La terapia è basata su farmaci e/o colloqui con lo psicologo. Un lavoro sinergico, tra più specialisti in servizio alla Asl, per sconfiggere il ‘fascino’ maledetto della sigaretta e, soprattutto, le dannose conseguenze ad esso legate.
Per impostare la cura i medici si avvarranno delle molteplici opzioni a loro disposizione: oltre alla visita, esami strumentali (valutazione di ossigeno nel sangue, misurazione del monossido di carbonio e altri accertamenti se necessari), test psicologici per valutazione del grado e del tipo di dipendenza dal fumo e della motivazione a smettere. La scelta della terapia sarà, in base alle necessità, di natura farmacologica o psico-comportamentale (sedute di gruppo, colloqui individuali con lo psicologo ecc.).
L’équipe della Asl, avviata la cura, seguirà periodicamente il fumatore, per controllarne l’andamento dell’iter terapeutico. Insomma, un monitoraggio costante con cui gli specialisti accompagneranno l’utente nel percorso di affrancamento dal tunnel del tabagismo.
La lotta al fumo è molto importante sia per le malattie ad esso correlate sia, soprattutto, per la prevenzione nei confronti dei giovani. Basti pensare che la soglia di coloro che cominciano a fumare – finora fissata attorno ai 13-14 anni – si è abbassata agli 11. In particolare, le Regioni più ‘precoci’, dove si comincia a fumare prima dei 14 anni, sono: Sardegna 9%, Campania 8,6% e Calabria 7,4: media italiana: 6,2%. Perché i ragazzi fumano così presto? Il 37%, in base ai dati Oms, risponde: “Ci fa sentire più grandi”. Il 17% lo fa per imitare gli amici, il 6 per sentirsi importanti. Un dato molto preoccupante che ha spinto la Asl, ormai da tempo, ad avviare campagne di sensibilizzazione attraverso nelle scuole tramite l’informazione impartita agli insegnanti.
In base ai dati ex Asl Avezzano-Sulmona, riferiti all’attività del centro antifumo nel triennio 2002-2004 , sono state effettuate oltre 600 visite, altrettanti esami strumentali e più di 250 consulenze psicologiche sia come trattamenti individuali sia di gruppo.
L’età media dei pazienti che si è rivolta alla Asl, nel periodo considerato, era di 48 anni, il 60% di sesso maschile, 25 le sigarette fumate mediamente al giorno. A distanza di tre mesi dall’astensione dal fumo, il 45% dei fumatori, seguiti negli anni scorsi dai centri Asl, è riuscito ad affrancarsi dal vizio; dato che scende al 35% (restando comunque molto alto) per coloro che ce l’hanno fatta dopo un anno di astensione, sempre seguendo la terapia. Una parte di coloro che si sono rivolti al centro antifumo ha mollato, senza più frequentarlo.
L’Abruzzo registra un lieve incremento rispetto alla media nazionale (31.75%). L’abitudine al fumo resta più diffusa tra gli uomini ( 33%) rispetto alle donne (24%); fascia d’età più rappresentata 25-34 anni; scolarità media inferiore e con molte difficoltà economiche.
Obiettivo ulteriore e importante, al centro dell’azione dell’Azienda sanitaria, è la diffusione della prevenzione, tramite corsi e consulenze, a beneficio di responsabili di enti o di privati che intendono salvaguardare la salute dei propri dipendenti contro le insidie del fumo. Un piano di prevenzione che comprende anche eventi di comunicazione e di educazione alla salute indirizzati alla popolazione e in particolare, come detto, ai giovani.
Punti importanti, nell’azione di prevenzione, il coinvolgimento dei medici di famiglia e degli specialisti del territorio (pneumologi, oncologi , cardiologi).
«4 fumatori su 10 – spiega la dottoressa Franchi – hanno tentato di smettere di fumare, nella maggior parte dei casi provandoci da soli, tuttavia l’astinenza dal fumo, a distanza di 6 mesi, non supera l’8%. Smettere di fumare da soli è possibile, ma chi intende abbandonare la dipendenza dal tabacco può contare sul sostegno di professionisti ed esperti aumentando notevolmente la percentuale di successo. Anche il semplice consiglio del medico curante migliora le possibilità di smettere di fumare, mentre l’intervento strutturato è senz’altro necessario per i soggetti già affetti da patologie che riconoscono nel fumo un grave fattore di rischio».
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