
di Antonella Calcagni
Progetti in due atti, mentre il Comune cede il passo all’ufficio speciale e s’impantana nelle sabbie mobili delle priorità.
Andiamo per ordine: il decreto pubblicato dal capo dell’Ufficio speciale Paolo Aielli stabilisce che i progettisti hanno 45 giorni di tempo per compilare la scheda parametrica, giudicata da molti tecnici piuttosto complessa e particolareggiata. In allegato ci sono ben 150 pagine di istruzioni.
Anche se nel decreto non è specificato, si immagina che i 45 giorni decorrano dal momento in cui il decreto verrà pubblicato dal nuovo governo (visto che quello anticipato dal comune è solo parziale). «I progetti “parte prima” presentati oltre i 45 giorni saranno esaminati solo in ordine cronologico senza tener conto delle priorità fissate dal Comune», si legge nel documento del Comune.
Calato il sipario sulla parte prima entra in scena l’ufficio speciale per la verifica del minimo concedibile. Subito dopo l’ufficio emette il 2% come anticipo per spese sostenute. La regia del progetto “parte seconda” è tutta del Comune.
L’elaborato infatti deve essere presentato, ma solo in seguito a comunicazione o invito da parte del Comune sulla base delle priorità stabilite dal consiglio comunale. Il progetto parte seconda sarà poi esaminato dalla commissione pareri che darà il via libera trasmettendo tutto all’ufficio speciale che, come ultimo atto, darà l’autorizzazione. Previsti anche controlli in corso d’opera e varianti.
L’aspetto più delicato del nuovo metodo sembra essere quello legato alle priorità che dovranno essere stabilite dal Consiglio. Se l’asse centrale resta la priorità condivisa dal Consiglio comunale potrebbe accadere che chi ha una casa, magari in piazza San Pietro, potrebbe dover attendere molto tempo, anche anni, pur avendo presentato la propria scheda parametrica prima di essere chiamato dal Comune per la presentazione del progetto parte seconda.
Questo meccanismo, se gestito male, potrebbe innescare una guerra fra aquilani. Non tutti potrebbero essere d’accordo a sacrificare il proprio interesse per il bene della ripresa sociale simboleggiata dall’asse centrale.
Sempre sul fronte della ricostruzione alcuni professionisti, come l’architetto Piero Di Piero, lamentano tagli con l’accetta operati da Cineas. «Il problema – ha spiegato – è che alcuni cittadini si sono ritrovati con tagli importanti perfino di oltre un milione di euro. Ora dunque con il contributo accordato non possono riparare l’abitazione. É il caso di un condominio del quartiere di Santa Barbara».