
di Marianna Gianforte
In un Paese a elevato rischio sismico e idrogeologico, ma anche ad alto rischio di incidenti mortali sul lavoro, la “comunicazione di emergenza” è un fattore importante, di cui le pubbliche amministrazioni devono tenere conto. Un insegnamento viene dalla sentenza di condanna dei membri della Commissione Grandi Rischi dell’Aquila, uno dei casi proposti nella giornata di studio organizzata ieri a Perugia dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, alla quale hanno partecipato oltre 100 rappresentanti della Regione Umbria, del sistema regionale della Protezione Civile, Asl, Comuni e Province. Tra i relatori c’erano il professore Stefano Cianciotta – esperto in Relazioni pubbliche – e Fabio Alessandroni, avvocato penalista, difensore delle parti civili al processo contro i membri della Commissione Grandi Rischi all’Aquila.
Il corso ha cercato di dare una risposta alle domande: quanto ha influito la comunicazione sulla sentenza di condanna della Grandi Rischi? E in che modo questa sentenza farà giurisprudenza, come modificherà i comportamenti delle istituzioni alla prova con la gestione di emergenze e crisi?
È stato affrontata anche la questione delle regole da seguire per prevenire e dare gli strumenti per affrontare e uscire da una situazione di crisi. «Lo scopo è aiutare le amministrazioni a prendere decisioni rapide – ha spiegato Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola – soluzioni risolutive, e a saperle gestire dal punto di vista comunicativo».
«Le amministrazioni pubbliche che si sono preparate e che hanno sviluppato piani e procedure per gestire efficacemente la comunicazione in situazione di crisi – ha aggiunto – hanno migliorato la propria reputazione precedente l’emergenza».
Sono state analizzate alcune sentenze significative che hanno fatto giurisprudenza in materia di prevenzione del rischio. Oltre della sentenza aquilana, si è discusso anche della sentenza di condanna degli amministratori di Sarno e della normativa italiana in materia di Protezione civile, modificata di recente con la legge 100 del 2012. Si è parlato anche del caso Sandy, della rielezione di Obama negli Stati Uniti e degli errori sotto il profilo strategico della comunicazione della Thyssen Krupp dopo l’incidente del dicembre 2007.
Ad affrontare i casi Sarno, Grandi Rischi, Sandy e Thyssen Krupp è stato, in particolare, il professore Cianciotta, che ha sottolineato come «fino alla condanna della Grandi Rischi l’operato della pubblica amministrazione non è stato mai considerato dal punto di vista della comunicazione. C’è stato un deficit di comunicazione –ha spiegato – che è sempre stata pensata come avente a che fare con il marketing. Ma c’è la legge 150 che obbliga la pubblica amministrazione a comunicare ciò che serve alla cittadinanza». «La sentenza Grandi Rischi – per Cianciotta – segna uno spartiacque. L’analisi tecnica deve essere comunicata in modo adeguato, altrimenti è fallace. Resta nell’alveo di chi l’ha proposta. Dalla sentenza in poi, tutti i sindaci italiani sono più attenti a come comunicare».
Il professore ha portato come esempio anche la comunicazione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, all’avvicinarsi dell’uragano Sandy, definendola «efficiente», e poi quella del management dell’azienda siderurgica tedesca Thyssen Krupp. Dopo l’incidente con vittime, il management restò nel silenzio più assoluto. «Questo processo, invece, segna un modo diverso in cui la pubblica amministrazione dovrà gestire l’emergenza da ora in poi», ha concluso Cianciotta.
Il seminario ha spaziato dagli episodi di black out, alle alluvioni, fino alle azioni terroristiche, calamità naturali, incidenti: quando accade qualcosa di imprevisto le organizzazioni e i sistemi sono quasi sempre impreparati a gestire le crisi. I soggetti coinvolti, sia essi istituzioni, enti pubblici o aziende, spesso reagiscono con incomprensione, senso d’impotenza, paura di comunicare, mentre è fondamentale riuscire a riportare per quanto possibile alla normalità gli eventi critici e ricostruire un clima di fiducia nei rapporti con la collettività.
Nel corso del seminario sono stati approfonditi, inoltre, il ruolo dei media nella fase di gestione dell’emergenza.
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