
di Marianna Gianforte
«Lo scandalo Abruzzo ha pesato sull’Emilia». Il premier Mario Monti (Scelta Civica) in visita nelle aree terremotate dell’Emilia nel giorno della Memoria, non ha usato mezzi termini per imputare alle «gestioni scellerate delle precedenti emergenze terremoto» i motivi per cui non è stato possibile attuare un taglio delle tasse maggiore in Emilia.
Contestato a Mirandola da un gruppo di cittadini che lo ha insultato («buffone, ti ricordi di noi solo in campagna elettorale») anche lanciando uova – che hanno solo sfiorato il premier colpendo, invece, a un occhio, il sindaco di Camposanto, Antonella Baldini che è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari – Monti ha ripercorso così i principali episodi e gli errori fatti nella gestione post-sisma all’Aquila e in Abruzzo.
Episodi che «hanno dato vita a truffe e corruzione causando accuse gravissime contro l’Italia in sede dell’Unione europea – ha detto Monti, sottolineando la buona gestione dell’emergenza terremoto in Emilia grazie sia allo sforzo del governo sia al ruolo del commissario straordinario Vasco Errani. «Abbiamo impedito il blocco di tutti gli stanziamenti che sarebbero arrivati dalla Ue – ha aggiunto Monti, secondo il quale «gli scandali emersi dall’inchiesta seguita al terremoto dell’Aquila sono noti a Bruxelles, per questo abbiamo dovuto risalire una brutta china».
«Non è stato possibile posticipare il pagamento delle tasse – ha spiegato il presidente del consiglio – non c’era la copertura finanziaria. Mi dispiace, abbiamo fatto tutto il possibile viste le limitatissime risorse dello Stato che stava per fallire». Elencando le scelleratezze abruzzesi, Monti ha criticato anche l’ex premier Silvio Berlusconi, l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso e la gestione commissariale dell’emergenza, dunque anche il governatore ed ex commissario Gianni Chiodi.
Ha, poi, ricordato le “ambizioni” di imprenditori senza scrupoli, le inchieste sulla “cricca”, quelle di Perugia e Firenze; ha citato lo scandalo G8 che si doveva tenere alla Maddalena e poi si tenne nel capoluogo terremotato, ha fatto riferimento agli isolatori non a norma utilizzati per costruire il progetto Case.
Semplificare e ridurre la burocrazia per ottenere i rimborsi chiesti dai cittadini delle zone terremotate: questa una delle priorità sottolineate dal candidato di Scelta Civica. Dopo aver elogiato la gestione del commissario straordinario Vasco Errani e lo sforzo profuso dalla Regione per fare fronte all’emergenza, ha sottolineato che «andrebbe rapidamente corretta l’eccessiva produzione di atti normativi e amministrativi che hanno complicato la burocrazia. Non è possibile aspettare un mese e mezzo per compilare un modulo di rimborso. È necessario semplificare e ridurre la burocrazia. Facciamo arrivare qui i fondi più rapidamente».
Parole sante per gli aquilani, che contro la burocrazia e gli infiniti passaggi, compreso quello del genio civile che è diventato un collo di bottiglia nella gestione delle pratiche per la ricostruzione pesante, lottano da 4 anni.
«In alcune occasioni mi è stato fatto capire – ha proseguito il premier riferendosi più in generale alla crisi economica in Italia e alla crescita del debito pubblico – che con leggere pressioni l’Italia avrebbe dovuto chiedere prestiti di salvataggio alle istituzioni europee o al Fondo monetario internazionale. Sarebbe stato molto rassicurante dire di sì. E non avremmo corso il rischio di un possibile fallimento del Paese. Ma io mi sono chiesto ‘voglio che gli italiani si demoralizzino?’».
Difendendo, quindi, le decisioni prese nel suo anno di legislatura, Monti ha rivendicato: «Noi italiani ce l’abbiamo fatta con le nostre forze. Questo grande sacrificio collettivo non l’ho chiesto per sadismo. E’ stata una prova di maturità».