
di Alessia Lombardo
Anche a L’Aquila è caccia al rame, il nuovo [i]business[/i] del XXI secolo. Nel capoluogo post-sisma è stata registrata recentemente un'[i]escalation[/i] di furti. Dai calici predati in una chiesa, ai vari saccheggi nei cimiteri e, in ultimo, un ricco bottino rubato in uno dei cantieri aperti della città in zona centrale.
Sottratti tutti i discendenti e parte dei canali in rame appena messi nel cantiere per la ricostruzione del palazzo demolito l’aprile scorso in viale Alcide De Gasperi numero 24. La segnalazione è arrivata da un lettore preoccupato per il furto avvenuto nei giorni scorsi in zona Torrione.
«Ciò che fa specie più di tutto – scrive indignato – è come il furto sia accaduto in una zona centralissima, il Torrione, soli 100 metri dal comando dei Vigili urbani e a 200 metri dalla questura, e in un palazzo esposto, che si affaccia sulla strada su tutti i lati tranne uno: ciò significa come questi delinquenti non temano niente e nessuno».
«E’ tra l’altro deplorevole e vergognoso – tuona il cittadino – come si abbia il coraggio di ostacolare la ricostruzione, rubando in cantieri dove non si lavora per vezzo, ma per far sì che intere famiglie possano al più presto rientrare nelle proprie case».
Ormai da tempo in tutta la penisola si registrano furti a raffica del metallo, fonte di denaro indiscussa. Dura la vita dei ladri di rame, spesso colti con le mani nel sacco. Non sono mancati i casi di predatori rimasti folgorati durante i furti. Frequenti i saccheggi sulle linee ferroviarie: lo ricorderanno bene gli aquilani ‘esclusi’ nel primo giorno del Concorsone per un ritardo del treno che dalla stazione Tiburtina avrebbe dovuto raggiungere la zona Fiera di Roma, costretti a fermarsi proprio per un furto di rame dai binari.
Nella delicata e lunga fase di [i]work in progress[/i] dell’Aquila resta da capire se esista un reale piano di salvaguardia della sicurezza. «L'[i]escalation[/i] di violenza e di furti che stiamo verificando in questi giorni in tutta la città è molto preoccupante – scrive il cittadino – e sarebbe a questo punto necessario che le autorità locali (sindaco e prefetto) si mobilitino per la salvaguardia della sicurezza».
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