Rapagnà scrive a Barca: ‘pensi alle casa popolari’

29 gennaio 2013 | 10:31
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Rapagnà scrive a Barca: ‘pensi alle casa popolari’

Il responsabile del Mia Casa d’Abruzzo Pio Rapagnà scrive una lettera aperta al ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca per chiedere «un incontro di riflessione e di lavoro con gli inquilini e gli assegnatari dell’edilizia residenziale pubblica ancora sfollati».

«Le chiediamo di convocare all’Aquila, in una sede adeguata un incontro di riflessione e di lavoro con una rappresentanza delle famiglie di inquilini e assegnatari degli alloggi pubblici Ater e del Comune insieme alle famiglie ancora sfollate, per una più rapida ed effettiva ricostruzione e per la messa in sicurezza antisismica dell’edilizia residenziale pubblica».

«Aldilà delle intenzioni dei soggetti attuatori competenti, l’Ater dell’Aquila ha avviato appena 94 interventi per la riparazione e ricostruzione “leggera”, mentre il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche è sostanzialmente “bloccato” nell’opera di ricostruzione “pesante”: come è stato possibile tutto ciò, ad ormai 4 anni dal 6 aprile 2009?», si legge nella nota.

«L’intero patrimonio abitativo pubblico, presenta oggi una situazione drammatica, mentre agli inquilini sfollati viene richiesto, tra l’altro, dal Comune dell’Aquila di pagare un “canone di compartecipazione”, alle spese di gestione e manutenzione degli alloggi dei Complessi Case e Map, Fondo Immobiliare e Affitto concordato, con richieste “aggiuntive” di ingenti somme “arretrate” per consumi “misti” e per servizi condominiali non opportunamente e puntualmente specificati e verificati.

«Dal 15 agosto 2009 il Comune di L’Aquila ha “solo” affidato al Provveditorato per le Opere Pubbliche il ripristino dell’edificio ex ONPI, togliendo alla ricostruzione della Edilizia Residenziale Pubblica Comunale la somma di 6.764.967,77 euro».

«A decorrere dal 16 settembre 2012 – conclude Rapagnà -, la ricostruzione e ogni intervento necessario per favorire e garantire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite dal sisma del 6 aprile sono gestiti sulla base del riparto di competenze previsto dagli articoli 114 e seguenti della Costituzione, in maniera da assicurare prioritariamente il “completo rientro a casa” degli aventi diritto».