
La questione della Snam torna sui tavoli della Regione: giovedì 31 gennaio alle ore 10 a Pescara, si terrà la Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) alla centrale di compressione e spinta che la Snam intende realizzare a Sulmona.
I Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona «vista la totale mancanza dei presupposti giuridici e di fatto, hanno inviato una lettera alla dott.ssa Iris Flacco chiedendo che il procedimento venga chiuso e che la Conferenza dei Servizi venga sconvocata. Qualora ciò non dovesse avvenire i Comitati si riservano di tutelare i diritti dei cittadini in tutte le sedi competenti e comunque hanno chiesto di essere auditi in apertura della Conferenza stessa». Questo si legge in una nota dei Comitati.
Davanti agli uffici del Servizio Energia della Regione a Pescara, il 31 gennaio a partire dalle ore 9,15, i Comitati effettueranno «un presidio per la legalità e la democrazia, al fine di far rispettare le leggi della Regione Abruzzo e le decisioni assunte, in merito, alla unanimità dal Consiglio Regionale».
«Il parere del Collegio regionale per le garanzie statutarie era stato richiesto dal Vice Presidente del Consiglio Regionale Giovanni D’Amico e da altri 7 Consiglieri. Il Collegio, dopo aver vagliato attentamente l’intera questione del metanodotto e della centrale, il 15 gennaio ha emesso un parere con cui si sancisce che il procedimento in corso presso il Servizio Energia della Regione, per la concessione dell’A.I.A. alla centrale Snam di Sulmona, è illegittimo. Il Collegio ha evidenziato chiaramente il contrasto con la Legge Regionale n. 28 del 19 giugno 2012 che vieta la realizzazione di grandi metanodotti, con annesse centrali, in aree sismiche di primo grado» si legge ancora nella nota.
«Il parere richiama, inoltre, la piena operatività del Piano regionale per la tutela della qualità dell’Aria, il quale stabilisce che gli impianti con emissioni in atmosfera possono essere collocati solo all’interno di aree industriali. Il Collegio chiarisce anche che non è possibile autorizzare l’esercizio di un impianto che – come nel caso della centrale di Sulmona – non solo non esiste, ma non ha neppure ottenuto l’autorizzazione alla costruzione. Il parere del Collegio, inoltre, contiene una pesante censura del comportamento della Giunta regionale che, nonostante due risoluzioni di contrarietà al metanodotto e alla centrale, è rimasta totalmente inerte e non ha ancora negato l’intesa con lo Stato».