Del Turco parla per tre ore

30 gennaio 2013 | 16:30
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Del Turco parla per tre ore

E’ durato quasi tre ore l’interrogatorio dell’ex governatore Ottaviano Del Turco, sentito questa mattina a Pescara.

Del Turco, fin dal giorno del suo arresto avvenuto il 14 luglio 2008, si è sempre professato innocente, ha sempre chiesto che si scavasse tra i suoi conti bancari e assicurato che la procura non avrebbe trovato nulla.

«La Regione – ha commentato – era diventata un bancomat delle cliniche private».

L’accusa, dall’altro lato, ha sempre parlato di «una montagna di prove», l’ex governatore ha ristabilito la sua verità e durante l’esame da parte del pm Giampiero Di Florio, ha spiegato che l’ex titolare della clinica villa Pini di Chieti è stato a casa sua quattro volte.

«In due occasioni – ha detto Del Turco – Angelini ha parlato delle indagini che lo riguardavano e del timore di essere arrestato e di fallire.
In un’altra visita Angelini lo ha invitato al matrimonio della figlia.

«Non c’é mai stata – ha ribadito in aula come aveva fatto nei salotti tv – nessuna busta portata a Collelongo. Mai». Del Turco ha anche negato il famoso episodio delle mele, raccontato da Angelini. «Nessuno – ha sottolineato – è venuto a casa ed è rimasto sull’uscio di casa».

L’ex presidente Del Turco ha anche negato di aver mai visto l’autista dell’imprenditore della sanità. «Non l’ho mai visto – ha dichiarato – né a Collelongo, né a Roma, né all’Aquila» e ha smentito dunque la dichiarazione dell’uomo, Dario Sciarelli, che in tribunale a luglio del 2011 disse «il dottore (Angelini, ndr) mi dava una busta ed io andavo senza fare domande, le portavo anche alla Regione. Le consegnavo direttamente a Del Turco senza dire niente. Non ce ne era bisogno».

Sempre a luglio 2011 in aula sono state portate proprio le foto che avrebbero dovuto fornire la prova dei numerosi viaggi di Angelini a Collelongo a casa di Del Turco, ma l’ex presidente ne ha smentito la veridicità.

Tra i passaggi salienti dell’intervento in aula di oggi c’è stato quello in cui l’ex governatore ha sottolineato di «aver trovato parecchie cose singolari, in Regione, e la la piu’ singolare e’ stata la cartolarizzazione che includeva i crediti non performing».

MASCIARELLI E LA SECONDA CARTOLARIZZAZIONE

Nel corso dell’interrogatorio, che è durato quasi tre ore Del Turco, tra le altre cose, ha parlato dei rapporti con l’ex presidente della Fira Giancarlo Masciarelli, con l’Aiop, e delle azioni portate avanti dalla sua giunta per «far uscire l’Abruzzo dalle Regioni canaglia».

Relativamente a Masciarelli ha escluso «un suo ruolo determinante nella stesura della delibera sulla seconda cartolarizzazione. La base e’ stata fatta dall’ex assessore Mazzocca e dai suoi uffici».

Del Turco ha poi raccontato di un incontro con l’ex procuratore Nicola Trifuoggi «perché altri credevano che io potessi intervenire per far evitare il carcere a Masciarelli in seguito alle voci che si andavano diffondendo sempre più sull’inchiesta Fira.
Parlai con Trifuoggi e per gratitudine il padre di Masciarelli mi invitò a cena». Si tratta della famosa cena più volte tirata in ballo alla quale presero parte molti esponenti della Regione di allora (anno 2006). Secondo Del Turco in quella occasione lui parlò solo di arte e del «cattivo affare che aveva fatto Masciarelli ad acquistare dei disegni a sanguigna di uno dei fratelli Cascella che aveva in casa».

IL NEMICO DELL’AIOP

Per quanto riguarda l’Aiop Del Turco ha detto «la cosa che mi ha stupito e’ stata quella di trovare un’associazione imprenditoriale che aveva questa novità: l’Aiop tendeva a costituirsi o come parte che pensava di poter co-decidere con la Regione o avere potere di veto».
Sempre a proposito dei rapporti con le cliniche, l’ex governatore ha evidenziato che «tutti in Abruzzo sapevano che non si poteva più dividere ciò che non era divisibile, non c’erano piu’ risorse. Le soluzioni erano due: o il dimagrimento di tutte le cliniche o uccidere il vitello grasso, cioe’ Angelini. Questa seconda possibilita’ era quella prevalente nell’Aiop».

Sempre riferendosi all’Aiop «per tre anni sono stato sottoposto a un massacro da parte di questi signori che non volevano cambiare nulla e per questo sono finito sotto una gragnuola di colpi».

Infine Del Turco ha ribadito di non aver preso nulla di materiale da Angelini ad eccezione dell’invito al matrimonio della famiglia:«non c’erano neanche i confetti».

UNA VICENDA POLITICA TRASFORMATA IN GIUDIZIARIA

«E’ stata data una chiave di lettura politica di una vicenda che è diventata giudiziaria ma che era invece tutta politica». Così Giandomenico Caiazza, uno dei legali di Del Turco, ha commentato, nelle prime ore del pomeriggio, l’interrogatorio durato più di tre ore dell’ex presidente della regione Abruzzo, tenutosi questa mattina presso il tribunale di Pescara.

«I nostri due accusatori, – ha aggiunto Caiazza – che tra l’altro sono in totale contraddizione tra di loro, insieme rappresentano la somma del totale del 100 per cento della sanità privata in Abruzzo. Le cliniche private hanno avuto un periodo di vacche grasse con le giunte precedenti, mentre hanno avuto dei tagli di budget, che hanno largamente superato i 100 milioni di euro. Gli accusatori – ha ribadito l’avvocato – erano soliti mandare i conti alla regione, che pagava a piè di lista senza alcun controllo».

A tal proposito l’avvocato ha sottolineato che non è stato trovato «neppure un euro fuori posto» a tutti coloro che, secondo l’accusa, li avrebbero ricevuti, a cominciare da Del Turco.