
Il 30% del totale della popolazione aquilana è affetta da disturbi post traumatici da stress, con un’incidenza della depressione sui soggetti adulti che di aggira intorno all’8-10%.
Relazioni sociali quasi inesistenti, benessere fisico e psicologico a rischio, situazioni ambientali compromesse: le macerie lasciate dal sisma del 6 aprile 2009 non sono solo materiali, ma soprattutto emotive e psicologiche. Sono alcuni dati uno studio dell’università dell’Aquila e della Asl numero 1 realizzato in collaborazione con un gruppo di esperti giapponesi.
A risentirne maggiormente, in termini di qualità della vita e di rapporti sociali, sono le donne tra i 30 e i 50 anni e gli anziani, che risultano essere i soggetti più vulnerabili.
Coordinato dal docente universitario Marco Valenti, il lavoro è stato presentato oggi in un evento al polo didattico di Coppito e sarà illustrato in una serie di conferenze del dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche.
«I risultati si basano sulla funzione di alcune variabili fondamentali – spiega Valenti – come lo stato abitativo, cioé se si vive nella propria residenza abituale o in una di fortuna, lo stato lavorativo, stabile o precario, e lo stato di convivenza in casa, cioé se si vive da soli o con altri membri familiari. Sulla base di questi dati costruiamo i profili a maggior rischio che sono le persone anziane e le donne tra i 30 e i 50 anni».
FB SOLUZIONE A RISCHIO ISOLAMENTO AQUILANI – Da studio sull’influenza dei social network, collaterale a quello sullo stato di salute degli aquilani nel periodo post-sisma emerge che «Facebook è un’ottima soluzione al rischio di isolamento sociale per i soggetti che vivono in un contesto terremotato come quello aquilano, perché crea una piazza virtuale nella quale si possono ricucire le relazioni perse».
La ricerca è un lavoro che, come spiega il coordinatore, il docente universitario Marco Valenti, «non ha precedenti al livello internazionale».
Un dato importante è quello che si riferisce ai fruitori: oltre ai giovani, infatti, sono moltissimi gli aquilani tra i 30 e i 50 anni che utilizzano la piattaforma. Per quanto riguarda queste fasce di età, si registrano molti più utenti dal capoluogo abruzzese rispetto alla media nazionale.
«Gli utenti di Facebook – precisa Valenti – hanno minor rischio di poter contrarre disturbi nel post sisma, in termini di salute mentale e di qualità della vita rispetto ai non utilizzatori. Abbiamo stabilito che Facebook è un’ottima soluzione al rischio di isolamento sociale». Meno utilizzato Twitter. «Il lavoro si è incentrato su Facebook – sottolinea Valeri – perché è un social che permette una maggiore interazione tra le persone, anche con l’uso di chat e condivisioni di link».
di Maria Filieri
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