
«Davanti a questa sentenza la mia vita non cambia, nel senso che otto anni, dieci o dodici per me non sarebbero mai stati abbastanza». Così la giovane studentessa vittima di uno stupro nella notte tra l’11 e il 12 febbraio dello scorso anno fuori un locale di Pizzoli (L’Aquila), ha commentato a caldo la sentenza di [url”condanna a otto anni per Francesco Tuccia”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=49753&typeb=0&Stupro-Pizzoli-Tuccia-condannato-a-8-anni[/url].
«Mi aspettavo di avere una reazione personale interna diversa e cioè provare un senso di liberazione visto che è tutto finito. Invece – ha proseguito la giovane – non ho provato questo sollievo, forse è troppo presto, forse bisogna aspettare, intanto continuo a vivere e a fare le cose avendo comunque una prospettiva e cercando di dimenticare giorno dopo giorno».
La giovane studentessa laziale non ha voluto aggiungere altro facendo intendere di dover ancora metabolizzare quanto è accaduto anche in considerazione del fatto che del grave accaduto non ricorda nulla.
I genitori della ragazza, invece, si sono detti piuttosto delusi dall’epilogo del rito immediato: «Forse ci voleva una sentenza più severa», hanno spiegato.