Ultimo caffè al Bar Gran Sasso

31 gennaio 2013 | 13:06
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Ultimo caffè al Bar Gran Sasso

di Alessia Lombardo

Ultimo caffè al Bar Gran Sasso. Un’altra pagina del centro storico della nostra L’Aquila che si chiude. Non è un giorno come gli altri per gli habitué del cuore della città, anche il vispo Mario Maccarone abbasserà la serranda, c’è tempo fino alle 20 di stasera per andarlo a salutare. La storica attività di famiglia, aperta l’8/11/55, un martedì, alle ore 15.17 (come documentato da uno dei quadri appesi nel bar), era riuscita a sopravvivere anche al sisma con la riapertura fissata quel sabato 10 luglio 2010 alle ore 17 che aveva dato un segno di continuità. Nell’autunno 2011 l’annuncio che aveva spiazzato tutti per il ‘cedesi attività’ e infine da qualche tempo un cartello affisso all’esterno del bar ‘questo esercizio cesserà l’attività dal febbraio 2013. Si cede la licenza’.

Con il sorriso anche nell’ultimo giorno di lavoro Mario saluta gli ultimi clienti offrendo paste e frappe, ma in cuor suo il dispiacere è tanto. «Sono un po’ deluso – rivela – perché alcuni miei amici non sono passati a salutarmi. Stesso discorso vale per le istituzioni: finora non si è visto nessuno». Dietro il bancone assieme alla moglie Patrizia, Maccarone non può non udire il silenzio nostalgico degli habitué presenti nel bar, risollevando con le sue solite battute il morale collettivo, e concedendo anche una foto ricordo.

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Una decisione obbligata e presa da tempo per un’attività che comporta tante spese e pochi introiti. «Negli ultimi 5-6 mesi – spiega – ci sono state davvero poche presenze. Mensilmente con le varie spese, tra cui 750 euro di affitto più corrente e spese vive dell’attività, arrivavo a spendere dai 2.500 ai 3000 euro al mese che non riuscivo a coprir».

«Per il periodo natalizio – continua – sinceramente ho comprato poco. I 6 panettoni acquistati sono ancora qui, idem per i torroni».

Tra le chiacchiere da bar nell’ultimo giorno di attività non possono mancare l’amato Milan (fu fondatore dello storico club rossonero nel 1989, poi sparito per la mancanza di soci dopo l’avvento della pay-tv) e la politica nazionale. «Sono felice dell’acquisto di Mario Balotelli – dice con l’occhio furbo – speriamo che il Milan arrivi in Champions League. Sul voto sono ancora indeciso, vedremo».

Maccarone, che a maggio compirà 71 anni, non vuole saperne di andare in pensione anzi, dispensa consigli ai giovani e annuncia di essere a disposizione per dare una mano a chi lo richiedesse. «Lavorare in proprio è un’incognita – tuona – consiglio vivamente di lasciar perdere. Devono cercare un lavoro e tentare di avere a fine mese uno stipendio, anche se è molto difficile».

«Ora – spiega su cosa farà una volta abbassata la serranda – sistemerò alcune situazioni, poi mi dedicherò alla mia bellissima nipotina Marta. Se qualcuno avesse bisogno di una mano per lavorare di mattina io ci sono. Ovviamente la mia licenza è in vendita».

Prima dei saluti l’ultimo pensiero è dedicato alla sua L’Aquila. «Il mio augurio – conclude – è che i lavori ripartano in centro storico. Io non ci credo, sia chiaro».

Si esce dalla porta del bar con un po’ di amarezza: un altro capitolo di una città che affonda giorno dopo giorno si sta per archiviare. È solo una questione di ore.

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