
di Renzo Pinterpe
Ricordi ancora,
tesoro universale,
la notte in cui hai incontrato
i tuoi sei assassini,
abbrutiti e inferociti dall’alcol?
Ricordi quando hanno picchiato
il tuo amico e crocifisso te,
inerme farfalla
nel massimo fulgore degli anni?
Mi sembra di vederti,
un momento prima del ratto fatale,
su un anonimo automezzo,
invisibile nel caos di New Delhi,
pura come fiore di loto
galleggiare sul pantano
che t’avrebbe presto ingoiata,
insieme al tuo futuro
e alle speranze di molti…
Io credo che Dio onnipotente,
il nostro Signore universale
abbia già risanato
le tue mortali ferite,
fatto di nuovo risplendere in te
la sublime bellezza.
Io spero che il tuo soffrire,
la disperazione dall’Uttar Pradesh
dei tuoi genitori,
il pianto delle civili persone
facciano pentire
questo squallido mondo,
rinsavire le genti.
Io auspico che ogni donna
finalmente viva
senza il tremito della paura,
in pace e libertà,
perché universalmente dovute.