Emergenza casa, bomba a orologeria

5 febbraio 2013 | 15:14
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Emergenza casa, bomba a orologeria

di Antonella Calcagni

Alloggi del progetto Case “surrogati” dell’Ater mentre in l’emergenza abitativa è una bomba ad orologeria.

L’assessore comunale al Sociale Stefania Pezzopane torna a sollecitare la Regione attraverso l’Ater a lavorare insieme per uscire fuori dal pantano. Il paradosso è che ogni anno le famiglie aventi diritto devono fare la domanda all’Ater per la richiesta di alloggio senza poter ricevere alcunché, visto che l’azienda non può riparare il patrimonio immobiliare per carenza di risorse.

Il bisogno abitativo secondo i dati in possesso della Pezzopane è di 500 abitazioni. Fino a oggi l’Ater è riuscita a riparare soltanto 89 alloggi classificati A e 369 B, ma nessuna E . Sono 1.653 i beneficiari di case Ater classificate E che si trovano ad occupare gli alloggi del progetto Case.

Alloggi che, come ricordato dalla Pezzopane, potrebbero essere destinati alle fragilità sociali o agli studenti. La morale è che così non si può andare avanti.

Il Comune da solo non può continuare a “fare le veci” dell’Ater. Di qui la richiesta di lavorare insieme. «Ci risulta che il commissario non abbia trasferito le risorse – accusa l’assessore – perciò l’Ater non può procedere alle riparazioni. Nella delibera Cipe del 21 dicembre scorso sono inseriti invece 29 i milioni a disposizione dell’Ater sempreché le somme siano subito trasferite».

In questo periodo difficile il comune ha cercato di fare la propria parte dal 2010 in poi per dare una casa alle famiglie disagiate. Sono state 337 le domande pervenute nel triennio, 141 invece le famiglie inserite in graduatoria, solo 59 invece le case assegnate.

Il gap negativo deriva anche dalla scarsa propensione dei cittadini a mettere a disposizione i propri appartamenti. Funziona così: il proprietario segnala la disponibilità al Comune che pagherà il canone di locazione per la famiglia beneficiaria che va dai 400 ai 650 euro a seconda della metratura. La Pezzopane rilancia dunque l’appello ai proprietari a mettere a disposizione le case. «I soldi – dice – li troveremo».