Intimidazioni ad avvocato, Ordine: ‘Degrado civile e morale’

5 febbraio 2013 | 12:31
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Intimidazioni ad avvocato, Ordine: ‘Degrado civile e morale’

«L’atto intimidatorio nei confronti dell’avvocato Simona Giannangeli è di assoluta gravità e colpisce, seppure indirettamente, tutta l’avvocatura, ledendone la libertà di pensiero e il principio di autodeterminazione dei difensori dei diritti per antonomasia. Quanto accaduto, che non ha precedenti, è segno di degrado civile e morale». Il presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati dell’Aquila Carlo Peretti commenta così l’episodio che nei giorni scorsi ha coinvolto l’avvocato Giannangeli.

«Gli avvocati aquilani, il presidente dell’ordine ed i consiglieri tutti – aggiunge – esprimono solidarietà e vicinanza alla collega Simona Giannangeli stringendosi a lei nella consapevolezza che non sarà sola nella battaglia per la difesa dei diritti davanti ai giudici e nelle aule di udienza, luogo deputato e unico per la tutela delle posizioni giuridiche e dei diritti dell’uomo».

«L’avvocatura – prosegue Peretti – dovrà essere sempre più coraggiosa per non subire violenze psicologiche conducendo la professione con dignità e forza. Invito le autorità giudiziarie a svolgere le indagini per la ricerca del colpevole o dei colpevoli responsabili di minacce tanto gravi quanto esecrabili. L’ordine vigilerà per quanto di sua competenza».

SEL: DEDICHIAMO L’8 MARZO ALLA LIBERTA’ – Intanto il circolo comunale di Sel dell’Aquila chiede di dedicare l’8 marzo alla libertà di vita e d’azione delle donne, organizzando una manifestazione regionale nel capoluogo per non lasciare sola l’avvocato Simona Giannangeli e sostenere i centri antiviolenza.

«Il coordinamento comunale di Sel – afferma la coordinatrice del circolo, Pina Leone – esprime la più viva indignazione per le minacce contro Simona Giannangeli, avvocato del centro antiviolenza dell’Aquila che ricordiamo già parte civile al processo contro Francesco Tuccia, condannato pochi giorni fa a otto anni per stupro».

«Le minacce a Simona Giannangeli – prosegue – sono minacce a tutte le donne che si sono battute con lei a favore di tutte coloro che hanno chiesto aiuto e si sono affidate per spezzare meccanismi di violenza, spesso familiare, ma non solo. L’indignazione è forte perchè ci rendiamo conto di quanta intolleranza c’è per le donne che alzano la testa e combattono la violenza non solo nei sintomi, ma anche radicalmente, culturalmente, vivendo pubblicamente e pienamente ogni giorno le loro competenze e in relazione con altre donne e in difesa di altre donne. Quello subito da Simona Giannangeli non può restare un fatto privato. Sono minacce che mirano a minare un sistema come quello dei Centri Antiviolenza che, con tante competenze e poche risorse finanziarie, agiscono in molti territori in Italia e in particolare, con uno sforzo unico, le donne aquilane sono riuscite a far crescere rendendo un servizio nel territorio che ha visto un incremento di violenza sulle donne dopo il sisma».

«Vogliamo ricordare – osserva Sel – che i centri antiviolenza sono i soggetti qualificati e competenti, perchè in essi sono stati sperimentati negli anni percorsi di possibile uscita dalla violenza, grazie alla relazione tra donne e perchè costituiti esclusivamente da donne, come stabilisce anche l’articolo 6 della legge regionale numero 31 del 2006, testo normativo concepito in osservanza di principi costituzionali e di principi contenuti in Convenzioni Internazionali».

«Il coordinamento comunale di Sel – aferma infine Pina Leone – chiede che il Consiglio comunale dell’Aquila discuta al più presto l’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà per impegnarsi a: ridestinare i fondi previsti dall’Opcm 3878/11; riaffermare la competenza territoriale dei fondi, ribadendo che le risorse dell’Opcm 3978/11 vengano destinati unicamente ad interventi di sostegno ai centri antiviolenza nei comuni del cratere sismico».

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