Paganica: il fiume Raiale sparisce sottoterra

11 febbraio 2013 | 20:01
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Paganica: il fiume Raiale sparisce sottoterra

di Marianna Gianforte

Da oltre tre mesi l’acqua del fiume Raiale non arriva più a Paganica. Un fenomeno che si ripete da 4 anni e che preoccupa non poco gli agricoltori della frazione aquilana. Il fiume, che in questo momento della stagione invernale ha una portata molto elevata, sparisce più volte all’anno sottoterra all’altezza della Madonna d’Appari, a Camarda, per poi riaffiorare dopo diversi mesi.

A lanciare l’allarme sono i coltivatori di Paganica, assillati dalla possibilità che anche nella prossima stagione estiva l’acqua non sarà sufficiente per irrigare i loro campi, aggravando le conseguenze di episodi di siccità sempre più frequenti. Molto probabilmente il fiume sparisce nelle cavità sotterranee, rimanendo imprigionato nei bacini idrici sottoterra, per poi riemerge a mesi di distanza con una portata d’acqua inferiore.

Ora l’ex consigliere comunale Pasquale Corriere, il quale ha raccolto le lamentele di alcuni agricoltori, chiede alla Provincia dell’Aquila d’intervenire con uno studio del suolo e successivamente con lavori di risistemazione del letto del fiume. «Scriverò una lettera alla Provincia per chiedere un intervento urgente – spiega – per poter intervenire il più presto possibile sul letto del fiume, che deve essere anche ripulito. Se non s’interviene in tempo le colture di Paganica saranno danneggiate ancora una volta durante l’estate».

Il Raiale, infatti, è sempre stato una fonte importante d’irrigazione soprattutto nella zona della frazione che prende proprio il nome di “zona Raiale”, più o meno all’altezza della banca Carispaq. Il fatto che questo fenomeno si verifichi dal post-terremoto, fa pensare che sia stato proprio lo sciame sismico del 2009 a modificare l’assetto del suolo che adesso, all’altezza di Camarda, assorbe l’acqua. «Si tratta di litri e litri al secondo – aggiunge Corriere – che non arrivano più a valle. Il letto del fiume deve essere esaminato e sistemato».