
11 febbraio: cade la credenza col No del Papa e il 12 febbraio del 1809 nasceva Charles Darwin: una serie di straordinari eventi.
Fra sgomento e pasticcio per il trono papale vacante, ricorre un’altra importante data, “agnostica” per definizione, quasi una beffa se messa in relazione all’evento di portata mondiale che ha sconvolto il canonico episcopato: si festeggia il compleanno di Charles Robert Darwin.
Charles Robert Darwin, naturalista britannico è nato a Shrewsbury, nello Shropshire nel 1809. Massimo teorico dell’evoluzione delle specie viventi, la sua opera suscitò grande interesse nella comunità scientifica, ma anche scandalo e aspre critiche in una società e una cultura largamente influenzata dalla religione che, in base all’immortale Bibbia, sosteneva il creazionismo, secondo cui le specie viventi sono state create così come sono e l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio.
Il nonno paterno di Darwin, Erasmus, fu un famoso naturalista. Avviato quindi agli studi di Medicina a Edimburgo, in realtà non li portò mai a termine, entrando poco dopo al [i]Christ’s College [/i]di Cambridge per intraprendere la carriera ecclesiastica. L’incontro con il botanico Henslow e con il geologo Sedgwick rafforzò il suo interesse per la storia naturale, in particolare per la geologia.
Fu Henslow infatti a proporlo quale naturalista sul brigantino Beagle che doveva compiere la circumnavigazione del pianeta per motivi scientifici e di rilevazione cartografica. I cinque anni di viaggi lo portarono a visitare le isole di Capo Verde, il Brasile, la Patagonia, la Terra del Fuoco, le coste del Cile e del Perù, l’arcipelago delle [i]Galápagos [/i]e le isole coralline dell’Oceano Indiano. Le osservazioni relative ai fossili della pampa e alla distribuzione geografica degli animali saranno elementi decisivi nel determinare il suo passaggio a una concezione evoluzionistica del mondo. Tornato in Inghilterra elaborò in [i]The structure and distribution of coral reef[/i] (1842) la teoria delle scogliere coralline.
Nel 1837 mise mano al suo primo quaderno sulla “trasmutazione” delle specie: muovendosi in un’ottica già evoluzionistica, concentrò la propria attenzione sulle cause delle trasformazioni, e un ruolo determinante nell’indirizzarlo a quella che sarà poi la spiegazione definitiva, elaborata poi nel corso di un ventennio, furono soprattutto la riflessione sulle attività di ibridazione e selezione degli allevatori e floricultori per migliorare le razze, allo scopo di ottenere diverse varietà della stessa specie, e la lettura dell'[i]Essay on principle of population di Malthus[/i], che lo porterà all’intuizione della lotta per l’esistenza quale principio della selezione naturale.
L’evoluzione veniva intesa, quindi, come il risultato di una selezione delle variazioni vantaggiose nella lotta per l’esistenza (il famoso [i]struggle of life[/i]). Successivamente Darwin pervenne alla formulazione di un altro concetto chiave, quello della divergenza dei caratteri, secondo il quale cioè tendono a essere selezionate soprattutto quelle varietà che più divergono dal tipo parentale, essendo in grado di occupare i posti più diversi, nuovi e meno sfruttati nell’economia naturale. Nel 1856, pose mano a una estesa e sistematica esposizione delle sue idee, per giungere alla pubblicazione (1859) del celebre volume [i]On the origin of species[/i]; in esso lo scienziato affrontò le cause dell’evoluzione (variazioni, lotta per l’esistenza, selezione naturale, divergenza dei caratteri), fornendone quindi le prove (geografiche, geologiche, morfologiche, embriologiche).
Incredibile che in alcune città italiane ancora si celebri il [i]“Darwin Day”[/i], ideato per ricordare che senza la riflessione tutta darwiniana di evoluzione non esisterebbe nemmeno la moderna biologia.
Altro straordinario evento pare essere quello che accadrà venerdì 15 febbraio, quando un asteroide sfiorerà la nostra Terra, passando al di sotto dell’orbita geostazionaria dove sono posti i satelliti per telecomunicazioni, televisione intercontinentale e previsioni meteorologiche.
Alle 19.24 (ora italiana) l’asteroide 2012 DA14 transiterà a 27 700 km dalla superficie terrestre, il rischio di impatto è zero sia sulla Scala Torino sia sulla Scala Palermo. Ciò non toglie che l’avvicinamento è pur sempre un evento stranamente eccezionale.
L’asteroide, scoperto durante il precedente avvicinamento alla Terra la notte tra il 22 e il 23 febbraio 2012 da telescopi robotizzati, è una roccia di 40-50 metri di diametro con una massa stimata di 130.000 tonnellate. Il transito del 2012 avvenne a una distanza pari a sette volte quella della Luna, cioè a circa 2,6 milioni di chilometri dalla Terra. Il periodo orbitale, attualmente di 368 giorni, dopo il prossimo passaggio si ridurrà a circa 317 giorni e 2012 DA14 cambierà la sua classe orbitale diventando, da asteroide di tipo Apollo, un asteroide di tipo Aten . Per almeno tre decenni non ci saranno altri incontri ravvicinati. Dall’Italia dovrebbe essere possibile fotografarlo la sera del 15 alle 21,45, nell’Orsa Maggiore, quando sarà di magnitudine 8.
Che sia la vittoria degli agnostici poco importa: ad Aprile avremmo il nuovo Papa, con la speranza che possa lottare ancor più strenuamente del suo predecessore per la lunga vita della fede cattolica. Ma, intanto, Buon Compleanno alla Scienza! (g.c.)