
«I due collegi di cui si compone la Sezione Abruzzese della Commissione Tributaria, hanno dovuto affrontare ricorsi risalenti spesso a 35, 40 anni fa, per i quali più delle volte è stato difficile reperire i contribuenti, sia nel caso di persone fisiche che giuridiche, il che ha imposto anche di effettuare un lavoro di ricerca per rinnovare le notifiche degli avvisi di udienza e le successive comunicazioni, in qualche situazione più di una volta».
Lo ha detto stamane nel corso della cerimonia di apertura dell’Anno giudiziario Tributario dell’Abruzzo, il magistrato Luciano Rasola, Presidente del secondo Collegio della Commissione Tributaria Centrale.
«Ciò nonostante – ha aggiunto – si può affermare con orgoglio che l’obiettivo della eliminazione delle pendenze arretrate è stato raggiunto alla data del 31 dicembre 2012. Termino con una notazione doverosa – ha concluso Rasola – affermando cioe’ che la efficiente e positiva opera svolta dalla Sezione abruzzese della Commissione Tributaria Centrale costituisce un chiaro esempio di come, a volte e se si vuole, le istituzioni possano ben funzionare al servizio della collettività».
«I ricorsi complessivamente ed effettivamente assegnati alla Sezione Abruzzo sono stati esattamente 4.626. I due collegi di cui si compone la Sezione Abruzzese della Commissione, hanno operato svolgendo in modo apprezzabile un’attività altamente produttiva, tenendo due udienze mensili ciascuno, con ruoli di circa 40 ricorsi per ogni udienza e quindi con un carico di lavoro di quasi 160 ricorsi esaminati e decisi mensilmente, distribuiti tra i 5 giudici che compongono ogni sezione» ha detto ancora Rasola.
«Il risultato – ha aggiunto il magistrato – è stato quello che al 31 dicembre 2012, i due Collegi hanno deciso 3.981 ricorsi di cui 1.244 con ordinanze e decreti e 2.737 definiti con sentenze già depositate e pubblicate. La pendenza dei residui 645 ricorsi non riguarda ricorsi da decidere, ma ricorsi decisi e per i quali si e’ in attesa del deposito e della pubblicazione delle relative sentenze».