
di Alessia Lombardo
Dopo quattro anni di attesa i dipendenti dell’Accademia dell’immagine, scuola di alta formazione nel settore del cinema e dell’audiovisivo, che ha visto la chiusura dopo il sisma per l’inagibilità della sede, chiedono risposte specifiche alle istituzioni riguardo l’aumento del livello occupazionale.
Senza retribuzione dal 2008, per i tagli dei finanziamenti pubblici, i 10 lavoratori sono in cassa integrazione dal 1° maggio 2009, a differenza di tre colleghi licenziati dall’Accademia dell’immagine nell’agosto 2011 e riassorbiti nel giro di poco tempo nel Centro sperimentale di cinematografia (Csc) per la nascita all’Aquila della sede distaccata della Scuola nazionale di cinema.
Ancora da comprendere per gli stessi lavoratori le modalità di riassunzione degli ex colleghi a inizio settembre 2011. «Ci interroghiamo da tempo – spiegano – sulla modalità della scelta. Si sarebbe anche potuta attuare una sorta di rotazione. Già dal 2008 non abbiamo percepito lo stipendi, per la mancata erogazione da parte della Regione Abruzzo del contributo annuale di 300mila euro previsto dalla legge 100 del 1997».
Il centro sperimentale di cinematografia, numeri alla mano, beneficia di 550 mila euro all’anno da parte dei soci fondatori (Regione, Comune, Provincia); 200 mila euro arrivano dal Mibac, 300 mila euro dalla Regione, 25 mila euro dal Comune dell’Aquila e 25 mila euro da parte della Provincia, ma queste risorse sembrano non bastare per assumere altre persone.
In realtà ci sarebbero anche le rette degli studenti, una ventina circa, che dovrebbero portare altri 40mila euro, considerando i 2mila euro per ogni singolo alunno.
Nonostante i colloqui con il direttore Marcello Foti i cassintegrati non hanno finora ricevuto rassicurazioni. «Secondo Foti – spiegano – i 550 mila euro non sono sufficienti, quindi le unità lavorative non possono essere aumentate. Abbiamo anche proposto di intraprendere dei progetti formativi con dei fondi di sviluppo formativo. Ci è stato detto che i progetti erano stati bocciati dalla Regione, ma una volta interpellati il presidente Gianni Chiodi e l’assessore Paolo Gatti ci è stato risposto che i progetti non erano stati presentati e uno non aveva i requisiti opportuni. Ci sentiamo presi in giro».
L’Accademia dell’immagine, oggi inerte per la mancanza del Cda, al momento non può attivare neanche le procedure per la ricostruzione dell’immobile danneggiato dopo il sisma, pagando un affitto per la ricollocazione nei locali di via Rocco Carabba. «Chiediamo di rinominare il Cda al più presto – dicono i dipendenti cassintegrati – così si potrà approvare il progetto di risanamento dello stabile, con il risparmio di risorse per l’affitto da impiegare per le unità lavorative».
«Le istituzioni – concludono – devono assumersi le proprie responsabilità, con l’imposizione della riassunzione di 6-7 lavoratori e la ricollocazione negli enti locali degli altri».