
«È stato un processo lungo, attento. Chiaramente chi ha sbagliato a fare i lavori, anche perché il progetto era sbagliato, è giusto che ne risponda alla legge, è giusto che la giustizia faccia il suo corso. L’unica cosa che spero è che questa sentenza possa in parte, e ripeto in parte, se mai possibile, restituire un minimo di serenità alle famiglie dei ragazzi».
Così il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente commenta la sentenza di primo grado del processo per il crollo della Casa dello Studente (otto vittime) nel sisma dell’aprile 2009 all’Aquila.
«Questa sentenza, come probabilmente le altre che seguiranno per altri crolli ingiustificabili, credo abbia un valore più ampio di questa vicenda – ha proseguito -. Soprattutto credo possa richiamare la massima attenzione sul fatto che gli interventi sbagliati di costruzione o ristrutturazioni, come in questo caso, portano stragi, come successo all’Aquila, in occasione del sisma, in tanti edifici in cemento armato e come successo per altri crolli in Italia».
Infine, un pensiero del sindaco (primo cittadino dell’Aquila anche all’epoca del terremoto) per Luca D’Innocenzo, uno dei quattro imputati assolti “perché il fatto non sussiste”. «Sono contento dell’assoluzione di D’Innocenzo della cui estraneità non ho mai dubitato e che in seguito al rinvio a giudizio si dimise da assessore della mia giunta dove stava svolgendo un ottimo lavoro con la delega all’assistenza alla popolazione».