
Il Consiglio dei ministri ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale che stanzia 5,5 milioni di euro per l’aeroporto d’Abruzzo di Pescara. Secondo il governo, la legge presenta aspetti di illegittimità costituzionale perché si pone in contrasto con i principi comunitari e violerebbe la disciplina sugli aiuti di Stato, in quanto non è stata sottoposta al vaglio della Commissione europea per il parere preventivo.
Se la posizione del governo dovesse essere confermata dalla Consulta, il timore è che la Saga debba restituire tutte le provvidenze pubbliche ricevute negli ultimi anni, una circostanza che determinerebbe un aggravamento della crisi finanziaria già in atto.
La norma, infatti, era stata approvata in Consiglio regionale negli ultimi giorni del 2012 per fronteggiare lo stato di emergenza in cui versa la società che gestisce lo scalo, la Saga, composta per l’85% da enti pubblici (la Regione Abruzzo, che detiene la maggioranza delle azioni con il 41,30%, le Camere di commercio di Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila) e per il 15% da soci privati. I 5,5 milioni di euro erano stati trovati pescando i soldi dalle economie vincolate destinate alle funzioni delegate dallo Stato in materia ambientale, necessari a rifinanziare una norma del 2001 sulla valorizzazione dell’aeroporto che originariamente prevedeva un contributo di un miliardo di vecchie lire. Ma l’esecutivo di Mario Monti, che in questi giorni di campagna elettorale porta avanti l’ordinaria amministrazione, nella seduta dell’8 febbraio scorso ha impugnato la legge, mettendo in difficoltà l’amministrazione e il gestore.