L’Aquila: Di Pietro contro tutti

18 febbraio 2013 | 20:41
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L’Aquila: Di Pietro contro tutti

di Marianna Gianforte

All’Aquila siamo ancora alle «Calende greche», mentre la condanna di quattro persone per il crollo della Casa dello studente «sono solo state una prima soluzione corretta, ma non sufficiente». Così il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro – affiancato dal candidato numero due alla Camera in Abruzzo Carlo Costantini e del capolista in Senato Alfonso Mascitelli – ha commentato la situazione post-sisma e una delle più complesse vicende giudiziarie del capoluogo distrutto dal sisma quasi 4 anni fa.

Di Pietro è intervenuto al Grand Hotel della Villa Comunale in occasione un incontro elettorale a sostegno del candidato premier di Rivoluzione civile, il magistrato Antonio Ingroia.

«È stato accertato che non è stato solo il terremoto a causare quei lutti e nella tragedia del 6 aprile del 2009. Sono state accertate le responsabilità penali, ma non è sufficiente: adesso devono essere analizzate ulteriormente quelle politiche e civili».

Di Pietro è intervenuto anche sul rischio d’infiltrazioni mafiose nella ricostruzione della città terremotata. «La magistratura finora ha fornito una prima indicazione chiave sulle responsabilità, ma ci sono da accertare – ha sottolineato – anche in questo case le responsabilità oggettive e istituzionali». Serve, però avere il coraggio di fare «un ricambio generazionale di questa classe politica che all’Aquila ha utilizzato il terremoto per fare affari sporchi per stare a ‘cincischiare’».

Di Pietro ha, poi, ribadito il rischio concreto d’infiltrazione mafiosa all’Aquila. «Non v’è dubbio che laddove c’è un affare la mafia è cerca di approfittarne». Ma la si può bloccare con una proposta che viene proprio dall’esponente dell’Idv: «L’applicazione della Legge Rognoni-La Torre non solo ai fatti di mafia – ha spiegato – ma anche su quelli di corruzione. Con essa si procederebbe al sequestro e alla confisca di tutti quei beni di persone sottoposte a indagini penali e coloro verso i quali c’è un concreto indizio di prova e non sanno, ad esempio, giustificare la provenienza di una certa quantità di denaro». Uno strumento utile anche «per stabilire i collegamenti che la mafia dovrà fare con la realtà locale – ha insistito Di Pietro – per costituire quelle associazioni temporanee d’imprese in cui si mescolano aspetti mafiosi e imprenditoriali di copertura».

L’ATTACCO A MONTI – Il leader Idv ha fatto leva su tutto l’appiglio e l’ironia che lo contraddistinguono per attaccare e criticare la classe politica al governo ancora per una settimana e anche l’ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi: «Se lo conosci, lo eviti», ha detto. «Dal 26 in poi può cambiare qualcosa all’Aquila e in tutto il Paese se cambia il governo Monti», ha aggiunto, ricordando che «se si fossero usati i soldi spesi per comprare gli elicotteri da combattimento per ricostruire la città, oggi non staremmo a questo punto».

TANGENTOPOLI – Di Pietro, ex magistrato del Pool della procura della Repubblica di Milano che aprì la maxi-inchiesta “Mani Pulite” negli anni Novanta, ha commentato anche la diffusa corruzione a diversi livelli, quella che definisce la “nuova tangentopoli”.

«Sono passati esattamente 21 anni da quando abbiamo scoperto la prima mazzetta della prima Tangentopoli. Da allora a oggi il sistema si è solo ingegnerizzato e immunizzato rispetto a quel che si doveva fare: mandare a casa i corrotti e i corruttori e cambiare le leggi per evitare che tutto ciò potesse accadere ancora», ha detto.

«In 21 anni- ha aggiunto – si è cercato solo di criminalizzare la magistratura, di disinformare l’opinione pubblica, facendo in modo che la colpa di ciò che non funziona in Italia è dei magistrati che scoprono i reati e non i politici ed i sistemi finanziari corrotti e corruttori». «La corruzione oggi è diventata commissione e la tangente è diventata royalty: sempre di mazzetta si tratta. Così tutto ci costa di più, e tutto ci rende di meno».

MPS – Il leader dell’Italia dei valori ha criticato con forza anche l’atteggiamento seguito dal governo nei confronti dello scandalo Monte dei Paschi di Siena.

LAVORO – Monti non ha fatto quadrare i conti per cui è stato cbiamato a governare – ha aggiunto Di Pietro intervenendo sulla crisi occupazionale e del lavoro in Italia. Creando i cosiddetti esodati, e unmmilione di persone non possono andare in pensione, di converso un milione di giovani non sono entrati nel mondo del lavoro. Un governo che risponde a interessi finanziari prendendo soldi ai più deboli per comprare arerei da combattimento o mettere a posto affari bancari illeciti», ha aggiunto riferendosi a Mps. Di Pietro ha segnalato che il governo «avrebbe in via riservata emesso un decreto per un nuovo cospicuo intervento in favore del Monte dei Paschi di Siena». Provvedimento sul quale l’Idv ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente».

RAI E PAR CONDICIO – Non ha risparmiato nemmeno la Rai nelle sue critiche l’esponente dell’Idv. «Denunciamo le violazioni ripetute che si stanno compiendo in questa campagna elettorale. La par condicio non viene rispettata – ha detto riferendosi in particolare all’ultima puntata di Ballarò – ci sono fatti di disparità di trattamento che privilegiano Bersani, Berlusconi e Monti: e gli altri candidati sono figli di madre vedova? Eppure la Rai è un’azienda pubblica. In questo Paese – ha concluso Di Pietro – non c’è democrazia nell’informazione».

«Quello che di sbagliato è stato fatto all’Aquila – ha detto Costantini – è stato preventivamente denunciato dall’Italia dei valori prima che accadessero: cricche, scandali e ruberie». Mascitelli, invece, ha ribadito la «coerenza seguita dall’Idv per portare avanti le battaglie per dare ai cittadini piena dignità: siamo stata l’unica forza a sottoporre all’attenzione pubblica che pazienti malati di salute mentale erano a distanza di oltre tre anni dal sisma ancora curati all’interno di container, nel silenzio assordante di tutte le istituzioni», ha detto riferendosi ai container del centro di salute mentale di Collemaggio.