‘La Grande Meta’, il Sei Nazioni in un libro

di Marcello Spimpolo

In occasione dell’uscita del suo primo libro sul rugby, [i]La Grande Meta[/i], abbiamo incontrato il giornalista aquilano Christian Marchetti, autore dello stesso insieme all’ex pilone della Rugby Roma Angelo Croce (ora noto ristoratore della Capitale) ed al fotografo Pino Fama.

Christian, partiamo da qualche notizia su di te.

Allora, diciamo che il mio primo contatto col rugby avvenne nel 1982, quando mio padre mi portò, a 5 anni, a vedere un L’Aquila-Petrarca allo stadio Fattori. Dopodichè la classica trafila a livello giovanile finchè decisi, visti gli scarsi risultati, di lasciare il rugby giocato e di prendere la penna per scriverne.

Ho iniziato con “l’Opinione” nel 2001, sono stato anche addetto stampa del Comitato Regionale Abruzzo della FIR e dal 2007 sono titolare del portale dedicato al rugby “Solorugby”. Attualmente collaboro col Messaggero, con il Corriere dello Sport e con RTL.

Questo è il tuo primo libro,descrivicelo un po’.

Ho cercato di fare un libro un po’ diverso dai tanti in circolazione sul rugby e sul 6 Nazioni in particolare.

Non è un libro di risultati, statistico, ma un racconto del Torneo dagli inizi visto anche sotto l’aspetto “politico” e sociale. Per capirci si parla anche di episodi come la “Bloody Sunday” o anche della nascita delle sfide all’interno del Torneo come la Calcutta Cup fra Scozia ed Inghilterra o il Trofeo Garibaldi tra Italia e Francia.

Ho cercato di trasmettere i valori insiti a questo sport senza cadere nei clichè. Dal punto di vista tecnico ho evidenziato come tutte le partite di questo Torneo siano sfide uniche che vanno anche oltre il semplice confronto sul campo, pensiamo per esempio alle nostre con i “maestri” francesi: batterli, come abbiamo fatto il 3 febbraio ci dà una soddisfazione in più…

Di questi racconti ce n’è uno in particolare che vuoi segnalarci?

Si, direi la prima vittoria della nostra storia del 6 Nazioni vista con gli occhi di colui che segnò la nostra storica prima meta, “Ciccio” De Carli.

La collaborazione in questo libro con Angelo Croce?

Innanzitutto Angelo è un ex giocatore (anche se la parola ex nel rugby è poco gradita) quindi un conoscitore diretto di questo sport che continua a vivere essendo il titolare di uno dei locali più frequentati dai rugbysti a Roma. Nella sua introduzione ha cercato di spiegare che cos’è la passione nel e per il rugby, una sorta di malattia dalla quale, una volta contagiati, non si guarisce. Ha poi curato, insieme a me, la parte finale del libro dove questo si trasforma in una sorta di guida ai locali, ristoranti e pub “rugbystici”.

Le foto sono di Pino Fama.

Sì, e sono bellissime. Pino è uno dei fotografi “storici” del rugby italiano e mi ha fatto molto piacere avere le sue immagini nel libro.

Parliamo un po’ del 6 nazioni 2013. Una vittoria strameritata ma forse inaspettata con la Francia, poi lo scivolone in Scozia: come vedi gli Azzurri?

La vittoria con la Francia, anche per me, è stata una splendida sorpresa. A bocce ferme non avrei scommesso sulla vittoria in Scozia, rimane l’amaro per come abbiamo perso.

Sono convinto che con Galles ed Irlanda in casa ci sia la possibilità di vincere. L’Inghilterra non è alla nostra portata, specialmente a Twickenham. Io adoro Brunel come CT, ci ha dato una consapevolezza diversa, una mentalità che non è più solo “non prenderle”. E’ più vicino alla nostra cultura latina e questo si vede in campo.

In attesa di scoprire se Christian abbia indovinato i suoi pronostici, se volete potete trovare il suo libro “La Grande Meta”, Castelvecchi edizioni Ultrasport, nelle migliori librerie o su internet.

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