
di Antonella Calcagni
Senza gli interventi straordinari, che cominceranno con la bella stagione, sarebbe a rischio la didattica all’interno dei 27 Musp della città dell’Aquila. Le infiltrazioni e i distacchi sembrano essere i problemi più diffusi e generalizzati.
Visto che non si può andare a scuola con l’ombrello, o si fanno gli interventi o si chiude. Ma c’è di più: in molte scuole temporanee post sisma mancano i collaudi definitivi che non possono essere effettuati se prima non vengono eseguiti gli interventi.
Senza i collaudi, che il Comune ha sollecitato alla Protezione civile, non può essere trasferita la proprietà dei Musp all’Ente. Poco male, penserà qualcuno, visto che i musp quando non saranno più utili dovranno essere smontati.
Insomma la situazione è critica e paradossale allo stesso tempo per i ragazzi aquilani costretti a vivere quotidianamente in sedi umide, e fatiscenti, tant’è che molti genitori si sono costituiti in comitati anti-musp.
«Le situazioni più critiche – ha spiegato l’assessore comunale alle opere Pubbliche Alfredo Moroni – saranno risolte attingendo dai fondi derivanti dalla Opcm del novembre 2011. Si tratta di 447 mila euro».
Le criticità, si diceva, sono le infiltrazioni e i pezzi di Musp che si staccano. Sicché 48.500 euro saranno destinati alla Mariele Ventre, 25.500 all’Infanzia di pettino, 37 mila alla Giovanni XXIII; 26.200 euro a Santa Barbara, 23.500 a Pagliare di Sassa, 28.500 alla media Carducci, 12.200 ai muso di Bagno-Pianola; 40.500 alla media Mazzini.
È assurdo dopo 4 anni dover spendere mezzo milione di euro per sedi temporanee senza poter cominciare a mettere le mani sulle scuole in muratura per cui il tempo si è fermato il 6 aprile 2009.
«Per noi tutti i plessi sono prioritari – spiega Moroni – Siamo contenti se in altre città si costruiscono nuove scuole, tuttavia riteniamo la nostra situazione prioritaria visto che i ragazzi rischiano di rimanere senza sede. Moroni ritiene che con ulteriori 20 milioni di euro (che si chiede il governo stanzi in un imminente dpcm) possano essere contemperate le esigenze aquilane con quelle di altri comprensori come Avezzano e Sulmona».
«I 20 milioni andrebbero aggiunti ai 18 a disposizione e potrebbero essere sufficienti per il piano di riqualificazione complessivo alla luce del fatto che con il nuovo piano di razionalizzazione scolastica qualche plesso sarà perso».