
Le mani pulite non si tengono in tasca. Non basta fare il magistrato per sconfiggere la “casta”, «quella che ha distrutto il Paese e che impedisce la ricostruzione dell’Aquila». Dopo essere stato in raccoglimento davanti alla casa dello studente, Antonio Ingroia ha voluto chiudere all’Aquila la campagna elettorale per seminare anche nella città ferita il germoglio della “Rivoluzione civile”.
«Di fronte a questo disastro visto da vicino – ha commentato Ingroia – si dimostra che le responsabilità penali sono gravi ed evidenti i giudici si sono pronunciati, ma alle responsabilità penali devono seguire quelle politiche e di chi non ha fermato tutto questo».
Per il leader politico «L’Aquila è diventata tristemente il simbolo del disastro di questo Paese e del fallimento della politica, il luogo dove più drammaticamente è emersa incapacità, inettitudine che ha portato il Paese nel precipizio».
In sostanza «L’Aquila è un atto di accusa contro questa classe dirigente». L’obiettivo di Ingroia e dei suoi [i]supporters[/i] (fra cui Idv e Rc) è dunque quello di cacciare via la classe dirigente responsabile e incapace di rignerarsi. «Non solo politici, ma anche imprenditori, che mai come nella vicenda dell’Aquila – ha aggiunto – hanno offerto uno spaccato di un degrado, sciatteria ed egoismo sociale e politico che ha prodotto la casta che si arricchita sulle spalle dei cittadini onesti».
Emblema di tutto ciò per Ingroia è Silvio Berlusconi che «ha cambiato in peggio il Paese. Un modello che purtroppo ha contagiato la classe dirigente». Per questa ragione ricorda che «fare il magistrato non basta in questa Italia dove la politica ha cercato in tutti i modi di ostacolare la magistratura perchè ha paura dei giudici che presentano il conto della responsabilità». Di qui la necessità di promuovere una politica diversa alla parte dei cittadini.
«É indegno che qui all’Aquila la ricostruzione è ferma; è indegno che non vi sia un piano finanziario. Sono venuto qui solo per dirvi che sono con voi come dalla parte di tutti i cittadini dimenticati».
In chiusura un attacco a Casini «al governo con tutti. C’era ancor prima della caduta del muro di Berlino. Uomini per tutte le stagioni responsabile di questo sfascio». A.Cal