
Giulio Petrilli commenta in una nota forte e carica di amarezza le parole del premier Berlusconi, secondo cui «la magistratura è peggio della mafia siciliana».
Secondo Petrilli sarebbe «un’affermazione forte, ma in base alla mia esperienza personale non lontana dalla realtà.
Ho scontato sei anni di carcere, dal 1980 al 1986, accusato del reato di banda armata (Prima Linea) per poi essere assolto, ma alla domanda e richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione la Corte d’appello di Milano ha risposto che il mio arresto è stato dovuto a mie responsabilità, in quanto frequentavo persone antagoniste e mi ha condannato anche a pagare le spese processuali».
Con queste parole la sentenza definisce «l’assoluzione non utile ai fini del giudizio sulla riparazione».
«Da presidente dell’ente regionale abruzzese Aret, – prosegue Perilli – ho stabilizzato quattro precari, ingegneri e avvocati a 1050 euro al mese, ho ridotto di tantissimo lo stipendio del direttore (figura obbligatoria) e sono stato condannato a otto mesi di reclusione senza condizionale.
Lo stesso giorno della sentenza penale, mi è arrivata anche la richiesta di rinvio a giudizio della Corte dei conti, mai accaduta una coincidenza simile.
Cose incredibili e inverosimili, che io ho vissuto sulla mia pelle.
Il problema di fondo è che attualmente non c’è un giudizio imparziale.
Se ti permetti di criticare la magistratura ti distruggono e questa non è una bella cosa per la democrazia.
Con questa mia dichiarazione – prosegue il presidente – non voglio avallare ciò che ha fatto il governo Berlusconi, anzi sono molto critico sul suo operato, però condivido alcuni aspetti del suo giudizio sulla magistratura.
Il centro sinistra, spero che prima o poi recuperi un livello di garantismo idoneo a creare un equilibrio tra i vari poteri dello Stato, senza essere succube di qualcuno di questi.
La mia storia e il mio impegno politico – conclude Perilli – rimarranno dentro il centro sinistra ma parlerò e solleverò i problemi senza paura, anche andando controcorrente, come in questo caso e portando avanti sempre contenuti libertari.