Bersani, la prima volta di uno di sinistra

di Fabio Luppino
La prima volta di un uomo di sinistra a Palazzo Chigi direttamente dal voto. Pier Luigi Bersani, su questo c’è poco da discutere anche se si passa da istant poll a exit poll a proiezioni e quindi a dati veri, sarà il capo del futuro governo. L’affermazione del centrosinistra è netta e alla Camera significa maggioranza assoluta. Sul filo in Senato, ma non tanto da scalfire il primato del segretario Pd.
La prima volta quasi libero dall’apparato. Sarebbe la vittoria del Gimondi della politica. Un uomo tranquillo, pacato, sicuro del fatto suo. Così ha condotto la partita delle primarie, così ha condotto quella ben più impegnativa delle elezioni. Bersani da Bettola, figlio di benzinaio. In queste ore per gli italiani che gli hanno dato fiducia, ma anche per il contesto internazionale che ci ha guardati fino a ieri con apprensione, Bersani sta già pensando alla squadra di governo e alla coalizione. Perché, come ha detto più volte, offrirà un accordo a Monti. Ma i numeri diranno chi dovrà dare e chi avere. Bersani ha puntato autenticamente sui giovani senza buttare a mare l’esperienza. Ma non ha dato alibi o scorciatoie ai senatori. Gli elettori di centrosinistra hanno dovuto votare nell’epoca del bipolarismo sempre un candidato venuto da altrove. Oggi hanno dato a Bersani un mandato che sarà rinnovato solo dopo una rigorosa prova con i fatti attesi. Hanno premiato anche la sua lealtà verso Vendola, forse un po’ pallido nell’ultimo miglio. Il dato storico più forte di queste elezioni: un uomo di sinistra al comando, ma non da solo.