Calato il sipario sulla campagna elettorale

25 febbraio 2013 | 18:04
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Calato il sipario sulla campagna elettorale

di Nando Giammarini

Calato il sipario sulla campagna elettorale – conclusasi ormai da un paio di giorni , che ha visto uno straordinario impegno di tutti i [i]leader [/i]politici, rivolto agli oltre 47 milioni di elettori – si torna a più miti consigli e i vari militanti ancora al lavoro per conquistare il voto dell’amico, del parente, dell’indeciso fino all’ultimo momento.

Tutti i partiti hanno presentato i loro programmi e le proposte per attuarli. La gente ha ben capito la demagogia di coloro che, lontani anni luce dalla realtà, hanno continuato imperterriti a fare promesse faraoniche ben sapendo che non sarà mai possibile metterle in pratica. Anche perché già precedentemente avevano promesso mari e monti tipo la creazione di un milione di posti di lavoro che poi si sono tradotti in un milione di licenziamenti ed altre misure che hanno concorso ad effettuare tagli al sociale dall’assistenza ai più bisognosi d’aiuto, i diversamente abili, agli “Scandalosi” tagli alla sanità con la relativa messa in mobilità del personale e l’ingiusta diminuzione di tanti posti letto gettando nel caos completo interi Pronti Soccorso di tanti nososcomi dove anziani e bambini giacciono per interi giorni e notti su una lettiga in attesa di un trasferimento Non si è mai parlato di tagli agli stipendi da capogiro ed ai tanti privilegi dei parlamentari.

I vari salvatori della Patria, ormai da un ventennio alla guida del Paese, continuano imperterriti a raccontare fandonie ma il popolo ormai è incredulo anche perché le maggiori Regioni in cui governavano, falcidiate dagli scandali, sono state costrette alla dimissioni prima della naturale scadenza del mandato, il Lazio e Lombardia, il Molise. Necessita una pulizia generale che si liberi definitivamente di tanti loschi personaggi il cui unico fine è l’arricchimento personale ai danni della collettività e il rafforzamento del potere personale che gli permette di fare il bello e cattivo tempo anche con promesse da marinaio che ben sanno di non poter mai mantenere. Se la pazienza è la virtù dei forti, la presa in giro è la viltà di coloro che credono di imbrogliare gli altri.

Noi crediamo e vogliamo una società più giusta e più umana dedita ai grandi valori di accoglienza e solidarietà in cui nessuno si deve sentire mai solo, anzi bisogna essere maggiormente vicini a quelli che versano in condizioni di difficoltà. E non sono solo gli umili i poveri i diseredati ma anche coloro che hanno avuto la sventura di cadere nel baratro della malattia. E’ finalmente giunto il momento di attuare, una volta per tutte, i grandi principi di uguaglianza, giustizia e onestà che furono alla base della nostra Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza, per la cui realizzazione milioni di uomini e donne sacrificarono, giovanissimi, la loro esistenza.

E’ di primaria importanza recarsi alle urne per esprimere il nostro sacrosanto diritto di scegliere chi ci deve rappresentare a livello locale e nazionale per i prossimi, speriamo, cinque anni. Le vicissitudini vicine e lontane hanno progressivamente allontanato il popolo da chi fa politica; da quella che oggi, spregiativamente viene definita “casta”. Chi continua a crederci si recherà alle urne condizionato da una campagna elettorale fatta di proposte concrete; come intendere affrontare la crisi che attanaglia il Paese, risollevarne le sorti partendo dalla problema dei problemi sul tappeto: Il lavoro. Chiunque raggiunga la maggioranza operi delle scelte con razionalità e ragionevolezza nell’interesse comune rinunciando alla difesa ad oltranza dei propri interessi bloccando il Parlamento come si è verificato precedentemente.

Abbiamo assistito ad una competizione in cui sono stati travalicati i limiti di normale decenza ed educazione come il candidato presidente della Regione Lazio che rivolto ad una sua avversaria, Giulia Bongiorno, con cui già in passato aveva avuto una diatriba relativa ad un debito mai saldato dall’organizzazione di estrema destra delle precedenti elezioni. Storace in un dibattito televisivo rivolto alla sua avversaria l’ha apostrofata: ”Maga Magò”. Immediata la reazione dell’interessata e la solidarietà dei presenti. Augurandoci di riportare la normale dialettica politica nell’alveo della correttezza – confidiamo nell’elezione di persone con elevato grado di cultura e moralità – aspettiamo le decisioni del popolo sovrano intenti a espletare il servizio elettorale.