
Sul disagio mentale la Asl L’Aquila-Sulmona-Avezzano accende i riflettori della solidarietà sociale nel buio di una proiezione cinematografica. Cinema e Psichiatria, felice simbiosi cultural-sanitaria tra finzione del grande schermo e problematiche della malattia mentale, è il titolo del progetto della Asl n. 1 che partirà, ad Avezzano, il primo marzo, al Castello Orsini, e che proseguirà con altre 3 proiezioni di film-capolavoro, incentrati non a caso sulle specifiche tematiche.
Quattro film-evento a cui si potrà assistere appunto al Castello, a cominciare da [i]Beautiful Mind[/i] (di Ron Howard, 1 marzo, ore 18), e a seguire [i]Prendimi l’anima[/i] (di Roberto Faenza, 8 marzo ore 18), Si può fare (di Giulio Manfredonia, 15 marzo ore 10) e, infine, il 27 marzo [i]Match Point[/i] (di Woody Allen, ore 18). Al termine di ciascuna proiezione, seguirà un dibattito aperto con il pubblico presente.
L’iniziativa Asl, di respiro provinciale, partita dall’Aquila alla fine dello scorso anno, si è spostata prima a Sulmona e poi Castel di Sangro per fermarsi, dal primo marzo prossimo, ad Avezzano. Il progetto porta la firma del Dipartimento salute mentale Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, diretto dal dottor Vittorio Sconci, e dell’Istituto cinematografico La Lanterna Magica di L’Aquila.
Gli obiettivi del cineforum, presentato oggi in Comune, è stata illustrata dal dottore Angelo Gallese, direttore Centro salute Mentale Asl di Avezzano e dalla professoressa Mercedes Calvisi, consigliere delegato della Lanterna Magica di L’Aquila. Presente, tra gli altri, il sindaco Gianni Di Pangrazio.
«Lo scopo – ha detto il dottor Gallese – è quello di avviare una riflessione, proprio tramite i film, poiché il cinema è un importante strumento di conoscenza e di indagine interiore. In questo modo il lavoro cinematografico si trasformerà in fatto sociale e culturale. Una maniera, oltretutto, per rafforzare la battaglia contro il pregiudizio verso la malattia mentale e contribuire a sensibilizzare le coscienze sul tema per un approccio diverso. Una modalità, quella del film, che permette di cogliere e valorizzare il messaggio che la rappresentazione porta con sè per farne tutti partecipi».
La professoressa Calvisi, a nome della Lanterna Magica, ha espresso il proprio apprezzamento per il progetto che ha preso le mosse molto anni fa. «Assistere a un film, al buio e nel silenzio – ha detto – ha una forte valenza educativa se rapportato a problematiche così importanti. Significa fare un lavoro di analisi interiore, traendo spunto dal contenuto della finzione cinematografica e uscire rafforzati dal messaggio insito nella realtà virtuale. Chi soffre di queste patologie, fatto importante, avrà la possibilità di non sentirsi solo ma sostenuto dalla famiglia e dagli operatori della Salute mentale della Asl».
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