
Anche [url”la scossa 2.7″]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=53166&typeb=0&Terremoto-scossa-di-magnutudo-2-7-a-L-Aquila[/url] registrata l’altra notte (epicentro San Giacomo, 8 metri di profondità) dall’Ingv, poco dopo l’una fa parte della strana normalità degli aquilani. Cittadini che come quelli di altre latitutini in Giappone o in California dovrebbero imparare a convivere con lo sciame sismico. Purtroppo invece non è così.
Dopo 4 anni dal “Big one”, la prevenzione è all’anno zero, anzi sotto zero. Il piano di protezione civile sembra esistere solo sulla carta. La paura invece è sempre quella. Questi ed altri problemi sono stai rilevati in occasione della seduta della commissione Territorio che ha ospitato le audizioni dei due assessori omologhi alla protezione Civile Roberto Riga e Gianfranco Giuliante. Una seduta che ha fatto registrare un colpo di scena quando il consigliere comunale di Aquila che Vogliamo Vincenzo Vittorini ha bocciato senza appello l’operato dell’assessore Roberto Riga e del sindaco Massimo Cialente in tema di Protezione civile chiedendo le dimissioni di entrambi.
La mozione di sfiducia già ieri era stata sottoscritta da sei consiglieri. Occorreranno 13 firme (i 2/5 del consiglio) tuttavia per convocare il Consiglio comunale durante il quale saranno discussi i documenti. L’assessore Riga, glissando su questo punto, ha proposto una revisione del piano di protezione civile in collaborazione con l’assessore Gianfranco Giuliante, avanzando la necessità di realizzare un piano stralcio per il centro storico. Concordata anche l’attivazione di 4 tende attrezzate in modo permanente (in caso di emergenza o semplice paura) e l’attivazione di un tavolo di coordinamento delle proposte.
Poi la proposta ad effetto: realizzare una grande esercitazione in collaborazione con la Regione: «Potrebbe essere fatta con i comuni di Campotosto e Capestrano che hanno già in animo la volontà di fare questa operazione». Parole che non hanno convinto.
Pronta la Doccia fredda dell’assessore Giuliante sulla gestione poco accorta del Comune in relazione alle zone P3 e p4 (a rischio esondazione): «Dire di aver censito i residenti in tali aree e stabilire di inviare un semplice sms in caso di pericolo suona come un’auto denuncia del comune che invece avrebbe dovuto impedire l’edificazione».
Poi l’assessore regionale è tornato sulla spinose questione del centro storico che non può restare aperto, dove si disperdono 4 milioni di metri cubi di acqua per consentire ai locali di aprire e dove i puntellamenti sono stati controllati solo esternamente. Sì dunque alla esercitazione ma solo quando il comune si sarà messo a norma sia con il centro che con le zone a rischio esondazione.
Per Vittorini, «l’assessore Riga ha improvvisato fino ad oggi. L’Aquila deve esportare un modello di prevenzione – ha detto – Invece siamo all’anno zero. Basterà la caduta di un calcinaccio sulla testa di un ragazzo in centro per capire che lì non si può stare. Il comune fa finta di allestire 3 tende di accoglienza, ma di fatto è tutto demandato ai volontari».