D’Ercole, ricostruzione sociale ardua

2 marzo 2013 | 14:49
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D’Ercole, ricostruzione sociale ardua

Nella ricostruzione materiale e sociale dell’Aquila «ognuno di noi deve fare la sua parte, il vescovo, noi sacerdoti, la comunità cristiana, ma anche la comunità politica, perché se c’è una cosa che contraddistingue spesso il tessuto della città sono gli scontri, le polemiche e tutto ciò che, in un modo o in un altro, poi frena il vero sviluppo dell’Aquila».

Così il vescovo ausiliare del capoluogo abruzzese, monsignor Giovanni D’Ercole, a margine di un convegno a Pescara. «Sempre di più – ha spiegato – noi ci rendiamo conto che la ricostruzione materiale può essere anche non molto complicata per quanto appaia difficile, ma la ricostruzione più difficile è quella del tessuto sociale, quella del tessuto umano, quella del tessuto spirituale».

A proposito della nomina del vescovo del capoluogo abruzzese, D’ercole ha detto che «Il Papa che verrà rimetterà tutto in discussione. Io sono un figlio dell’obbedienza: sono felicissimo di stare all’Aquila, ma sono felicissimo di fare quello che mi chiederanno. Indubbiamente non tocca a me l’ultima parola; quando io ho detto la penultima, il papa dirà l’ultima e io accetterò con grande fiducia».

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