Lotta agli abusi sui minori, convegno a Onna

2 marzo 2013 | 12:30
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Lotta agli abusi sui minori, convegno a Onna

di Marianna Gianforte

La maggior parte degli abusi sui minori avviene tra le mura domestiche. Non basta affrontarli soltanto con l’inasprimento della pena e un tipo “tradizionale” di prevenzione, ma anche con la formazione, l’educazione, la cultura della tutela del minore.

È quanto emerso nel convegno “Ratifica del Trattato di Lanzarote: tutela rafforzata per il minorenne vittima di sfruttamento ed abuso sessuale”, che si è tenuto ieri a Casa Onna.

Sala convegni colma per parlare della Convenzione di Lanzarote, finalmente legge anche in l’Italia, anche se entrerà in vigore a maggio 2013. Lotta agli abusi e ai maltrattamenti nei confronti dei minori: questo l’obiettivo della legge, già precedentemente approvata in altri cinque Paesi d’Europa. “Non fidarsi degli sconosciuti”. Mai come in questo caso la frase dei nostri nonni sembrerebbe vera, in base ai dati emersi nel corso del convegno, durante il quale l’avvocato Tiziana Petrachi ha parlato ad esempio, di “adescamento e grooming”. Con il termine “grooming” gli esperti si riferiscono alla tecnica in varie fasi adottata dall’abusante. Il soggetto che intende abusare di un minore, dopo averlo “adescato” su internet, cerca di assicurarsi la sua fiducia e collaborazione, allo scopo di coinvolgerlo in attività a sfondo sessuale, attraverso la scelta di un luogo in cui incontrarsi che risulti attraente per la futura vittima. Questo reato prende il nome, appunto, di “grooming”.

Ma il pericolo arriva soprattutto tra le pareti domestiche. Quali sono le novità che il Trattato di Lanzarote introduce nell’ambito della lotta agli abusi sui minori? A fare il punto sull’evoluzione dei nuovi strumenti giuridici ieri c’erano diversi esperti. Tra gli interventi quello del legale e medico penalista Giuseppe Saggese, che ha mostrato alcune immagini di bambini vittime di abusi e ha fatto il quadro della valutazione medica. È intervenuta anche l’avvocato Tiziana Petrachi, che ha, in particolare, parlato proprio di “adescamento e ‘grooming’”. «I bambini devono imparare a difendersi da chi adotta la condotta violenta, riconoscendo le sei fasi del ‘Grooming’. Spesso si comincia in chat – ha spiegato – adescando la fiducia del minore anche attraverso la manipolazione psicologica, fino ad arrivare all’abuso sessuale».

Altro intervento è stato quello del dottor Giuseppe Magno, che ha descritto l’inasprimento delle pene per chi si ritiene responsabile di abusi sui minori, introdotto con la nuova legge. Fuori dal coro il punto di vista dell’avvocato Mauro Catenacci, esperto in Potenziamento della prevenzione, che ha, a sorpresa, criticato alcuni aspetti della legge.

«Il 90% degli abusi sui minori avviene tra le mura domestiche – ha ribadito – dunque minacciare pene più gravi non ha senso. Invece, una politica che punta a prevenire il disagio sociale deve tenere conto di questo dato. Questa legislazione – ha aggiunto riferendosi al trattato – ha aspetti preoccupanti: ad esempio il potenziamento della prevenzione è previsto in modo tradizionale, e non è la strada giusta in ambito di tutele del minore».

Per Catenacci «questa normativa si basa sull’idea sbagliata che per colpire un fenomeno diffuso si debba usare la clava. Viene reintrodotta, ad esempio, la parola ‘apologia’. Oppure: prevede l’innalzamento della pena carceraria, che ritengo inutile, e l’arretramento della soglia di punibilità che arriva a sfiorare la ‘repressione della manifestazione di pensiero’». Secondo il professore Catenacci, inoltre, «l’inasprimento delle pene non sempre è cos efficace, anzi rischia di attivare una spirale negativa. Prevenzione deve andare di pari passo anche con formazione e cultura della tutela del minore». Catenacci ha poi messo in guardi nei confronti della diffusione della pedo-pornografia online. Il convegno, a scopo formativo, è stato organizzato dalla Camera minorile distrettuale d’Abruzzo, in collaborazione con la Scuola superiore della magistratura, dell’Unione nazionale delle Camere minorili e dal consiglio dell’Ordine degli avvocati. Tra gli organizzatori del convegno, l’avvocato Giuliana Martinelli.

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