
Da luoghi di cura a potenziali trappole mortali. Con il crollo della palazzina alla Riviera di Chiaia a Napoli, per fortuna senza vittime, torna d’attualità la sicurezza statica degli edifici ospedalieri.O per meglio dire la non sicurezza.
Stando infatti a una denuncia del sindacato medici italiani (Smi) che cita l’ultima inchiesta parlamentare sull’efficienza del servizio sanitario nazionale.
Da un’indagine a campione su 200 ospedali è emerso che, in caso di scossa di terremoto, il 75% addirittura si sbriciolerebbe.
A Napoli il più esposto a questo rischio è lo storico ospedale Annunziata. «E’ un fatto gravissimo – dicono il presidente nazionale e il segretario organizzativo regionale dello Smi, Giuseppe Del Barone e Mario Iovane – L’ospedale dovrebbe essere il luogo più sicuro, dovrebbe garantire il massimo della tranquillità ai pazienti e ai professionisti che vi operano. E invece ci troviamo ancora di fronte a situazioni di profondo degrado che addirittura mettono a rischio la vita delle persone. Non si possono non avere negli occhi le immagini strazianti di quanto successo a L’Aquila, la storia dovrebbe insegnare».
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