Asma, arriva nuova terapia

7 marzo 2013 | 08:51
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Asma, arriva nuova terapia

La terapia contro l’asma si rinnova. I farmaci sono quelli già in uso, utilizzati in maniera diversa: non più solo come mantenimento, ma anche al momento del bisogno.

Ora studiosi italiani hanno provato che l’associazione fissa beclometasone-formoterolo in formulazione spray extrafine, indicata nel trattamento regolare dell’asma quando l’uso è appropriato, può essere somministrata con successo anche ai primi sintomi di una crisi, evitando un ulteriore peggioramento.

E’ questa la “via italiana” al problema asma, riconosciuta a livello mondiale. Ora questo nuovo approccio terapeutico potra’ essere adottato dalla comunità medica. L’asma colpisce 3,7 milioni di italiani, che vedono con preoccupazione l’arrivo della primavera.

Lunedì i risultati di questo lavoro scientifico sono stati pubblicati su “Lancet Respiratory Medicine”, una nuova rivista della famiglia Lancet uscita in questi giorni col primo numero. La primavera è la stagione incubo per i pazienti, perchè i pollini provocano riniti allergiche che, nell’80% dei casi, portano all’attacco d’asma, con conseguenze importanti sulla qualità di vita delle persone affette e con pesanti riflessi economici.

Ogni riacutizzazione della patologia costa, secondo le più recenti stime, 1.500 euro, un ricovero di cinque giorni oltre 2.000. Spese evitabili con il nuovo approccio terapeutico, che permette un miglior controllo dell’asma e, di conseguenza, significativi risparmi per riduzione dei ricoveri e delle altre complicanze.

Sono questi i risultati di uno studio multinazionale a regia italiana condotto in 183 centri di 14 Nazioni europee. «Il nostro Paese ha tracciato la strada per contrastare una patologia che colpisce 150 milioni di persone nel mondo – spiega il prof. Leonardo Fabbri, direttore della clinica di malattie respiratorie dell’università di Modena-Reggio Emilia – utilizzando anche al bisogno la terapia con beclometasone e formoterolo in formulazione extrafine riduciamo del 36% le riacutizzazioni e di un terzo i ricoveri ospedalieri».

L’asma è una patologia in continua crescita.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità i nuovi casi aumentano del 50% ogni dieci anni. «Proprio per rispondere alle esigenze dei malati abbiamo coordinato uno studio internazionale su oltre 1.700 pazienti, che ha visto le eccellenze italiane in prima linea – aggiunge il prof. Alberto Papi, direttore della clinica di malattie respiratorie dell’università di Ferrara – siamo giunti a queste conclusioni grazie anche al coinvolgimento diretto di un’azienda leader nella ricerca sull’asma come “Chiesi Farmaceutici”, seguendo un solido ragionamento fisiopatologico: la combinazione di broncodilatatore e steroide inalatorio, normalmente utilizzata come trattamento di fondo, si è rivelata utile anche per inibire le altre componenti del processo patologico. Siamo riusciti così a spegnere le riacutizzazioni, naturalmente a patto di assicurare un adeguato rispetto della terapia da parte del paziente, non indagata nell’ambito dello studio ma che, secondo una evidenza ampiamente riconosciuta dalla comunità medico-scientifica, gioca per l’asma un ruolo cruciale».

Il farmaco, approvato dall’Aifa, è già disponibile in farmacia in fascia A. Si tratta quindi di un ennesimo risultato dell’eccellenza della ricerca del nostro Paese.

«La pneumologia italiana è ai vertici mondiali – aggiunge il prof. Francesco Blasi, presidente della European respiratory society (Ers) – dato ribadito dall’elevato numero di pubblicazioni firmate dai nostri ricercatori e dal ruolo che svolgiamo all’interno della Società europea, che ho l’onore di presiedere. Siamo impegnati a ricercare e a mettere a disposizione di tutti le terapie più innovative, puntando sempre sulle campagne di sensibilizzazione per ridurre i fattori di rischio tipici dell’asma».