
«In qualità di cittadino aquilano e amministratore del Capoluogo abruzzese mi è impedito rimanere sordo dinanzi a plateali inesattezze proferite dal ministro Fabrizio Barca. Esordisco col chiarire che quello di eroi per noi aquilani è un concetto serio e sfortunatamente noto». Così il consigliere comunale dell’Aquila Gianni Padovani esprime le sue precisazioni circa alcune dichiarazioni del ministro Barca.
«Aielli ed Esposito sono stati definiti eroi dal ministro per aver prestato il loro servizio gratuitamente per 3 mesi: innanzitutto i mesi sono 2, evitiamo arrotondamenti di libera fantasia laddove ci si riferisce ad argomenti importanti e reali come la ricostruzione», continua il consigliere.
Secondo Padovani «inoltre una volta stipulato per loro l’atteso contratto il lordo annuo sappiamo tutti essere eccellentemente compensativo, mensilità distanti anni luce dagli stipendi medi di molti dei cittadini dell’Aquila e del cratere, a lungo costretti a lavorare senza il miraggio di un “normale” stipendio; sono loro i veri eroi, e non me ne vogliano Aielli ed Esposito, di certo in accordo con me se ispirati da saggio buon senso».
Il consigliere nota anche, che «del resto Barca è molto, troppo, generoso nell’elargire auree etichette a normali persone che svolgono semplicemente il proprio lavoro. A parte i suoi eroi, non dimentico infatti l’auto-definizione un po’ stonata di “Premier del cratere”, eccessivo e prematuro, direi. “Premier del cratere” in virtù delle iniziative promosse a favore del nostro territorio, tra le quali menziona il noto concorso ad oggi paralizzato in una macchinosa prassi di attribuzione dei posti, ove il rischio maggiore è quello che sta generando una insana conflittualità di scopo tra idonei e plurivincitori riservisti. A fronte della non-scelta del profilo da parte dei riservisti plurivincitori, infatti, gli idonei si vedrebbero defraudati di quel vantaggio loro legittimamente riconosciuto dal bando: la riserva, andando a confluire in un’unica graduatoria insieme agli altri idonei “ordinari” (non riservisti), con la minaccia di slittamento nella postazione».
In conclusione, Padovani aggiunge che «il bando in tal senso è chiaro: il 50% dei 300 posti è riservato ai precari, ma qualora si profilasse l’ipotesi sopra illustrata tale percentuale non verrebbe rispettata, arrecando al bacino di giovani forze lavoratrici locali una notevole amputazione, influenzando negativamente anche la nostra produttività, l’economia e la ripresa sociale. Palese l’incoerenza di tanta incuranza verso la non facile realtà dell’Aquila e del cratere, incoerenza che diventa ingiustizia ed illegittimità laddove a farsene promotore sia proprio lui: il “Premier del Cratere”!»