8 Marzo 2013: il potere è donna

8 marzo 2013 | 12:11
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8 Marzo 2013: il potere è donna

di Gioia Chiostri

Alla ricorrenza canonica della festa internazionale dell’ altra metà del cielo, come l’ha definita Vasco Rossi, la donna, in questo 2013 caotico e per nulla equilibrato, si presenta come l’eroina per eccellenza: colei che detiene il potere e non solo, badiamo bene, della famiglia. La donna ha superato l’uomo nel suo stesso campo: che sia affari, politica, show tv, o governatorato, la cosiddetta altra metà del cielo moderno, è divenuta l’unica stella polare di un cielo, appunto, ombrato di dubbi e conflittualità maschili.

Oggi si vuole celebrare, perciò, la donna che ce l’ha fatta, che è riuscita nel suo intento e che distribuisce ordini e direttive a colui, dal quale, secondo la novella biblica, prese corpo. Quattro modelli “madre” che nel secolo della presunta parità dei sessi si sono affermati per saggezza, volontà, caparbietà e per che no, anche per un poco di follia.

Angela Dorothea Merkel, politica tedesca, dal 22 novembre del 2005 ricopre la carica di Cancelliere della Germania, una donna di ferro (se si vuol dar alito a ciò che la storia insegna). È anche la Presidente dell’Unione Cristiano – Democratica. Nel 2007 ha ricoperto anche la carica di Presidente del Consiglio Europeo e Presidente del G8; Angela Merkel è, a tutti gli effetti, la prima donna a ricoprire la carica di Cancelliere della Germania. È considerata dal Forbes Magazine (la donna più potente al mondo); nel 2007 è divenuta la seconda donna a presiedere il G8, dopo Margaret Thatcher.

Nel 2008 Angela Merkel ha ricevuto il Premio Carlo Magno, “per la sua opera di riforma dell’Unione europea”, il riconoscimento le è stato consegnato da Nicolas Sarkozy in persona. La Merkel studiò fisica, durante la sua carriera universitaria, fino al 1978. Angela Merkel parla correntemente il russo. Operò e studiò in seguito all’Istituto Centrale per la Chimica Fisica dell’Accademia delle Scienze a Berlino-Adlershof dal 1978 al 1990. Dopo aver conseguito il dottorato, con una tesi dottorale sulla chimica quantistica, continuò ad operare nella ricerca.

Per l’Italia, viene da citare la donna del momento: Luciana Littizzetto. Grande showgirl, e sicuramente non per la sua prestanza fisica, è divenuta una vera e propria arma a doppio taglio per la televisione italiana; chiamata come spalla a Sanremo, è divenuta la conduttrice, disturbatrice, animatrice principale di tutte le serate musicali. La sua verve satirica comincia ad entrare nelle case degli italiani dal 2005, quando entra a far parte del cast di Che tempo che fa, programma d’approfondimento di Fabio Fazio.

La carriera di Luciana comincia però tra il 1988 e il 1990, quando, cioè, frequenta la scuola di recitazione dell’I. D. A. S. (istituto d’Arte e Spettacolo)presso il circolo Dravelli di Moncalieri, al tempo diretto da Foà. Inizia dopo qualche anno a lavorare come doppiatrice e nel 1991, con lo spettacolo Videobox vince il premio Ettore Petrolini. Questa vittoria la porta ad abbandonare la sua carriera da insegnante, alla quale si era dedicata con passione l’esperienza della quale porterà sempre nel cuore. La Littizzetto intraprese però una strada che al comincio non aveva nulla a che fare con la donna di potere televisivo che sarebbe divenuta poi.

Infatti, diplomatasi in pianoforte presso il Conservatorio della sua città nel 1984, si è poi laureata in Lettere alla facoltà di magistero nel 1990, esibendo una tesi sulla storia del melodramma dal titolo La mitologia della notte e della luna nel melodramma romantico del primo ‘800. Successivamente, per ben nove anni si è dedicata, appunto, all’insegnamento della musica nelle scuole medie. Grande artista, ma anche grande donna e grande educatrice: coordinate che fanno oggi della Littizzetto una donna coi baffi.

L’Africa, terra un po’ troppo dimenticata dal nostro Occidente, offre esempi di donne davvero speciali: ​Premio Nobel consegnato a ben tre donne, delle quali due africane: la nuova Presidente della Corte penale internazionale, nonché la Presidente dell’Unione africana, due capi di Stato, una candidata alla presidenza della Banca mondiale, il miglior sindaco a livello mondiale. Le donne africane sono anche economiste, imprenditrici, avvocati, scrittrici, artiste, leader altermondiste. Donne afro-globali, storie di successo, che mostrano un’altra immagine del continente africano,nonostante le difficoltà che attraversa e le situazioni di discriminazione e marginalizzazione che molte donne continuano a subire impotenti.

A metà luglio avviene l’elezione ai vertici dell’Unione africana di Nkosazana Dlamini-Zuma, 63 anni, ministro dell’Interno ed ex ministro degli Esteri del Sudafrica, nonché ex moglie del presidente Jacob Zuma. È la prima volta di una donna, in trent’anni di storia, che prende parte in questo organismo. Si ricorda anche Gertrude Mongella, tanzaniana, la quale aveva guidato il primo parlamento di questa istituzione, oltre ad aver presieduto la Conferenza Onu di Pechino sulle donne, nel lontano 1995.

A livello internazionale, l’ultima a balzare agli onori della cronaca è stata, invece, il magistrato gambiano Fatou Bensouda, 50 anni, eletta procuratore generale della Corte internazionale dell’Aja. Altra donna, keniana questa volta, anni 47, Amolo Ng’Weno, è, invece, un’economista e imprenditrice, co-fondatrice nel 1994 del primo provider africano, Africa online; dopo aver lavorato per la Bill and Melinda Gates Foundation, è stata nominata lo scorso anno managing director del Digital divide Data in Kenya, avente l’obiettivo di espandere i programmi in tutta l’Africa orientale.

E passiamo all’America, terra di libertà promessa e la maggior parte delle volte mantenuta: a chi non dice nulla il nome di Sara Palin, governatrice dell’Alaska? Questa politica statunitense ha tenuto la scena mondiale per almeno un anno.

Membro del Consiglio comunale di Wasilla dal 1992 al 1996 e sindaco di Wasilla dal 1996 al 2002, Sara

nel novembre 2006 è stata eletta per il Partito Repubblicano come 9ª governatrice dell’Alaska, carica cui ha rinunciato nel 2009.

Il 29 agosto 2008 venne scelta dal candidato presidenziale repubblicano John McCaincome come sua vice in vista delle prossime elezioni presidenziali statunitensi, diventando così la prima donna a far parte di un ticket repubblicano. Dopo la sconfitta alle presidenziali, è diventata una leader del movimento ultraconservatore Tea Party.

Curiosità: la Palin, durante le scuole superiori, ricevette il soprannome con cui viene indicata tuttora, “barracuda”, per la sua evidente aggressività. Nel 1984 si classificò seconda nel concorso di bellezza per Miss Alaska.

Nel 1987 consegue al North Idaho College un diploma in scienze politiche. Carriera quindi di tutto rispetto tanto da appiopparle anche una imitatrice. E, come si sa, i comici imitano coloro che sono alla ribalta ed hanno un gran seguito popolare. Nel dicembre 2010, nel suo show televisivo, la Palin ha mostrato un filmato che la vede protagonista, dove spara ed uccide un caribù. La condanna delle associazioni ambientaliste e dell’opinione pubblica è stata immediata e decisa. Il filmato, nelle intenzioni della Palin, aveva solo l’intenzione di mostrare una prodezza nella caccia a sostegno della sua figura di donna decisa.

Il filmato infatti si conclude con la Palin che sgozza l’animale e, ridendo, pronuncia la frase “io porto sempre a conclusione ciò che inizio”. Che sia un eccesso di potere o una semplice dimostrazione della virilità della donna nuova, il comportamento della Palin ha dimostrato come oggigiorno l’altra metà della mela sia in grado di ingoiare quasi interamente la metà succulenta dell’uomo.

I migliori auguri, quindi, a chi utilizza i tacchi, non solo per esaltare la propria femminilità, anche per calpestare elegantemente quel pregiudizio maschile che fa ancora della donna una preda. Il 2013 si colora di rosa: coloratevi di intenzioni e scopi irraggiungibili anche voi, donne di tutte le età.