
di Gioia Chiostri
Che sia all’antica o fuori moda non importa: l’uncinetto torna a travolgere, con i suoi dritti e rovesci, il mondo dell’arte al femminile. Si chiama [i]Grandma’s Graffiti[/i], [i]Guerrilla Crochet [/i]o [i]Fabric Graffiti Movement[/i], ma ufficialmente porta il nome di Yarn Bombing, la nuova forma d’arte di strada nata nella città di Minneapolis, che mette in pratica una tecnica nata per dare inizialmente un’alternativa se non proprio legale sicuramente meno circoscritta alla [i]street art[/i].
La ‘tecnica’, di natura più che mai globale, è stata adottata anche di recente durante le manifestazioni dell’Occupy, precisamente a Berkeley, assumendo un carattere anche socio-politico.
Maglie multicolor, abiti fatti su misura, vengono letteralmente confezionati dagli artisti per “vestire” tronchi d’albero, panchine e telefoni pubblici, statue, segnaletica stradale e semafori; senza arrecare nessun danno, ovviamente, alle opere pubbliche.
{{*ExtraImg_106103_ArtImgRight_297x448_}}Gli [i]street artist[/i] non sono comunque completamente tutelati dalle multe e possono essere accusati anche di vandalismo.
Questo [i]trand[/i] nasce anche come forma di protesta: si è affermato negli ultimi anni, di fatti, il movimento degli Hottea, un moto collaterale al Yarn-Bombing, che si basa sulla concezione di crescita e di evoluzione, che si innesca a partire dalle somiglianze e dalle differenze fra tutti gli abitanti della Terra e dalle infinite possibilità che le dinamiche interpersonali riescono a creare. Ne hanno parlato in modo entusiastico anche il [i]Guardian[/i] e il [i]New York Times[/i], ma, come molte forme di [i]street art[/i], l’innocuo Yarn-Bombing è illegale ad oggi in quasi tutto il mondo.
Questo [i]trend[/i] è così consolidato che nella città londinese, ad esempio, si è deciso di dar vita alla celebre manifestazione intitolata Knit the City, la quale contempla la creatività come [i]must[/i] indiscutibile, che per la prima volta viene ad essere messa in pratica a livello collettivo e non più individuale.
A giugno 2011 è stata istituita la prima giornata internazionale firmata Yarn Bombing a Lethbridge, Alberta. E arriviamo al 2013, quando anche in Italia cominciano a percepirsi i primi segnali di questa tendenza irrefrenabile. È da poco nato il movimento tutto [i]made in Italy [/i]Mettiamoci una pezza, organizzato dalle coraggiose donne aquilane, con lo scopo di donare nuovamente alla loro città, ferita dal tremendo terremoto del 2009, quel volto allegro e positivo che da sempre le era appartenuto.
Occhio al colore, quindi. Da oggi uncinetti, ferri, lana e cotone daranno, è proprio il caso di dirlo, filo da torcere alle classiche bombolette spray: la sfida è iniziata.