Di Grazia, «malcostume nella gestione del pubblico denaro»

11 marzo 2013 | 15:54
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Di Grazia, «malcostume nella gestione del pubblico denaro»

«Sussistono buoni motivi di allarme per un malcostume fin troppo diffuso nella gestione del pubblico denaro». E’ l’allarme lanciato dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Fausta Di Grazia, parlando di spesa pubblica.

Un allarme che fa il paio con quello sulla corruzione che, ha ammonito il magistrato, deve essere intesa «in senso lato», cioè come «abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato» nonché un «distorto funzionamento dei servizi a causa dell’uso per fini privati delle funzioni attribuite».

Le istruttorie in trattazione della procura nel 2012 sono state in totale 1.799, delle quali in particolare 455 per debiti fuori bilancio e pagamento di passività arretrate, 125 per reati in generale commessi da pubblici dipendenti, 108 per contributi pubblici e 105 per conferimento di incarichi professionali e consulenze.

«L’interesse privato – ha attaccato la Di Grazia – di frequente si sovrappone a quello collettivo e si perde la consapevolezza del ruolo svolto, assieme all’orgoglio di essere parte attiva e vitale della società italiana. Le gocce di denaro, sottratte qua e là, sommate fra loro diventano un fiume e, poi, un’incontrollabile marea», ha aggiunto.

Passando alle fattispecie, «giungono alla procura regionale, con inquietante frequenza, segnalazioni riguardanti cattive gestioni nello svolgimento e realizzazione di lavori pubblici, eseguiti in modo carente e incompleto, con esposizione delle amministrazioni a contenziosi con le imprese affidatarie. Le amministrazioni – ha proseguito – concludono spesso contratti pubblici direttamente, escludendo così il ricorso a pubbliche selezioni, necessarie per ottenere il prezzo più conveniente. Il mancato svolgimento della gara, oltre a essere un’azione illegittima comporta la lesione alla concorrenza e l’alterazione del mercato». I magistrati contabili comunque sono pronti a operare, «anche se in numero ridotto per un consistente vuoto di organico».

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