
di Vito Schepisi*
La giustizia italiana quando insegue i teoremi politici finisce sempre in commedia, qualche volta in farsa.
Sulle spalle, però, della gente onesta a cui viene tolta la serenità e a volte la vita.
Questa volta è il caso di Ottaviano De Turco, ex Presidente della Regione Abruzzo.
Sempre per la sanità, accusato di mazzette.
Per lui non c’è stato lo stesso trattamento “pugliese”. Non poteva essere innocente, a prescindere, come Vendola, il Governatore della sanità pugliese che in 4 anni passava da un avanzo di 9 milioni di Euro (Governatore Fitto) a debiti per due miliardi, con una sanità da paura: quasi una bolgia infernale.
Per Ottaviano del Turco si addiceva a pennello la parte di capro espiatorio, per coprire gli sfasci e l’allegra gestione della sanità abruzzese.
Ex sindacalista craxiano … e cosa si voleva di più?
Il colpevole per definizione, pronto sul piatto d’argento.
Più giusto di così!
Del Turco è stato arrestato sotto il peso di prove che si dicevano inconfutabili e schiaccianti.
Peccato che queste prove prima si sono mostrate deboli e fantasiose, poi sono sparite e ancora dopo sono emerse altre verità.
Nessuna indagine, però sulle persone e nei luoghi giusti.
Ora, dopo 5 anni dall’arresto di Del Turco, è tutto più difficile.
Se fossimo malpensanti dovremmo sospettare che sia stato dato tutto il tempo necessario perché la sabbia facesse per bene il suo lavoro.
Chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato, ha dato, dicono così a Napoli.
Qui c’è chi ha avuto e c’è chi ha dato, e nel caso di Del Turco ha dato col carcere.
Che dire ancora?
Non si può! Non si può dire niente di più!
*Vito Schepisi
ex bancario
Blogger di area liberale scrive di Storia del pensiero politico e di regole e metodi che ispirano il rapporto tra Stato democratico e partiti. E’ coautore per la Fondazione Magna Carta del libro “Un Papa Laico”. E’ anche coordinatore del gruppo di discussione di “RinasciBari”, associazione impegnata a far sviluppare idee e soluzioni amministrative per la Città di Bari.