
«Sono convinto che il nostro lavoro sulle prove prodotte dall’accusa abbia fatto prendere al processo un altro giro», capace di dimostrare «la mia innocenza».
Lo dice a Repubblica l’ex governatore abruzzese
Ottaviano del Turco, tra i principali imputati del processo
“Sanitopoli” su presunte tangenti nella sanità privata
abruzzese.
«Ora – dice – sono un socialista riformista apolide
in attesa di giudizio».
«Oggi – spiega – alla luce di quello che la mia difesa ha
dimostrato, quel giudizio lo ribadisco». Vincenzo Maria
sottoscritto alla Procura di Pescara».
E, prosegue Del Turco,
anche se ora Angelini è coimputato « non ha conosciuto né il
carcere, né gli arresti domiciliari, né l’obbligo di dimora.
Non è stato recluso dal mondo per sei mesi. Né ha dovuto
subire l’umiliazione pubblica, la damnatio memoriae».
«Sul mio conto sono state effettuate 104 rogatorie tutte con
esito negativo», afferma l’ex governatore, «non è stato
ancora individuato un solo centesimo dei 6 milioni di euro che
avrei ricevuto».
«Non credo agli abbagli collettivi –
prosegue. – io penso che la Procura si sia convinta della
genuinità delle accuse di Angelini sulla base di un pregiudizio
politico diffuso che, in quell’estate del 2008, assediava la mia
giunta».