Francesco, il Papa che ama il tango

13 marzo 2013 | 23:22
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Francesco, il Papa che ama il tango

Ha 76 anni Papa Francesco. È considerato un progressista rispettoso delle istituzioni della Chiesa e un uomo pragmatico, in grado di far quadrare i conti. Un uomo del popolo, prima che cardinale, un prete. Il presidente Barack Obama lo ha definito un «campione dei più poveri e dei più vulnerabili».

Di lui dicono che ami leggere Dostoievski, Borges ed i classici, latini e greci, ma tutti sanno che non ama apparire e, meno ancora, i discorsi roboanti alla stampa. Per questo suo essere timido, schivo, di poche parole, il porporato aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella Curia Romana, pur se da anni ritenuto un valido successore al soglio di San Pietro.

È un Papa che ama la gente, la sua gente e la sua città. Quando si muoveva per le strade di Buenos Aires lo faceva a piedi e spesso prendeva la metropolitana senza che nessuno lo riconoscesse. Certo ora sarà un po’ difficile! Nessuna auto blu, nessuna automobile di ordinanza con autista. E questo non valeva solo in Argentina, dove fino a oggi era arcivescovo di Buenos Aires. Lo stesso ha fatto a Roma sino al momento di entrare in Conclave: ha sempre girato per le stradine di Roma senza il copricapo cardinalizio, bensì vestito come un prete qualsiasi. Forse è per questo che ha scelto il nome di Francesco, che non era mai stato utilizzato prima da alcun papa.

Ha scelto un nome ispirato a San Francesco di Assisi, il povero tra i poveri, l’ultimo degli ultimi, il che dice molto sulla sua natura e sulla possibile strada che prenderà il suo pontificato. Insomma un pontefice dei primati: primo papa gesuita e primo papa sudamericano della storia della Chiesa.

Da buon argentino, Papa Bergoglio ha confessato di amare il tango e di aver avuto anche una fidanzata in giovane età, prima di entrare in seminario: «Era del gruppo di amici con i quali andavamo a ballare. Poi ho scoperto la vocazione religiosa». Questo si può leggere nel libro-intervista su Jorge Mario Bergoglio “Il gesuita”, scritto dai giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin nel 2010.

Il Papa racconta anche l’amore per il cinema e le arti: il suo film preferito è “Il pranzo di Babette”, mentre il quadro che ama di più è “Crocefissione Bianca” di Chagall. Il Papa è argentino, ma ha origini italiane: il padre «era di Portacomaro» in provincia di Asti «e mia madre di Buenos Aires, con sangue piemontese e genovese». Da buon “italiano” adora anche la letteratura, soprattuto italiana con “I promessi sposi” e la “Divina Commedia”. Tra gli altri interessi e simpatie ci sono «il calcio, la poesia di Holderlin e Beethoven».