L’Aquila, la città esausta

13 marzo 2013 | 06:14
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L’Aquila, la città esausta

di Valter Marcone

Non va via la nostra

tristezza. Le case svegliate nel cuore

della notte sono ora un reliquario

di ossa e carne, di carne ed ossa

impastate, senza cuore.

Non sostituite il cuore di carne

della città con un cuore hi-tech,

è peccato e fa piangere la carne

e le ossa impastate.

La mia città dorme

al primo sole di aprile

ma la notte fa ancora un po’ freddo.

Come il freddo di quell’altra notte

di voci concitate, di polvere

e di buio. Il buio raccolto

con il cucchiaio, scolato

in un rivolo di vita ricercata, di vita

perduta. E dorme

in petto una speranza. Grida forte

ed è come il silenzio assordante

di una ricorrenza,di una memoria,

di un ricordo assolto dalla storia,

processato dagli uomini.

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